I nuovi indennizzi inoltre non terrebbero conto del colore della regione di appartenenza dell’attività economica di riferimento, proprio per ampliare la platea dei destinatari e conferire un aiuto concreto e tangibile alle tante categorie messe a dura prova dalla pandemia ancora in atto.
Il contributo verrà quindi garantito a tutte le persone che dimostreranno di aver subito un calo del fatturato almeno del 33%, nell’arco dei primi sei mesi del 2020. Il primo decreto ristori del 2021, quindi, introdurrebbe una variazione anche in tal senso, ampliando l’arco temporale utile per dimostrare il calo di fatturato che in precedenza faceva riferimento solo al confronto tra gli utili prodotti ad aprile del 2020 e quelli, invece, maturati ad aprile 2021, uno dei mesi più critici per l’economia globale, per effetto del lockdown e delle plurime normative anti-covid che hanno notevolmente ridimensionato l’attività lavorativa di numerose categorie, oltre che dei liberi professionisti, fortemente penalizzati dai decreti varati dal governo negli ultimi mesi.
Tra le novità introdotte dal prossimo decreto, dovrebbe esserci anche una conferma di rottamazione e saldo e stralcio delle cartelle esattoriali che potrebbe bloccare circa 50 milioni di atti di riscossione in partenza dal primo gennaio del 2021. Il quinti decreto ristori dovrebbe inoltre prorogare la cassa integrazione per altre 12 settimane.