Qualora le disposizioni introdotte con il prossimo Dpcm atteso per il 16 gennaio, non dovessero sortire gli effetti sperati, il governo vaglia l’ipotesi di introdurre soluzioni riparatrici.
Alla vigilia della terza ondata, tanto preannunciata quanto attesa, il governo starebbe vagliando anche la possibilità di un piano B che introdurrebbe una sorta di lockdown, disponendo 100 giorni di zona rossa su tutto il territorio nazionale.
Con l’ormai imminente proroga dello stato di emergenza fino al 30 aprile 2020 e di fronte all’auspicio di raggiungere i 8 milioni di vaccinati entro Pasqua, il Governo mira a tornare alla normalità prima dell’arrivo dell’estate. Seppure gli esperti invitino alla prudenza, in quanto a loro avviso risulterebbe utopistico ipotizzare il raggiungimento dell’immunità di gregge nell’arco di mese, soprattutto considerando che la campagna vaccinale prosegue a rilento.
Le feste di Natale hanno comportato un allentamento delle restrizioni e un innalzamento dell’indice Rt in tutte le Regioni italiane: abbassare la guardia ora significherebbe vanificare tutti gli sforzi fatti sino a questo momento, ragion per cui il governo è intenzionato ad intensificare la stretta per contenere i contagi da covid-19 già con il prossimo Dpcm, atteso sabato 16 gennaio.
In quest’ottica, il ministro della Salute Roberto Speranza ha proposto un piano B che prevede 100 giorni di lockdown, con l’intera nazione zona rossa.
Secondo quanto riportato da La Repubblica, i 100 giorni di lockdown sarebbero necessari per prevedere un graduale ritorno alla normalità a partire dalla fine del mese di aprile. Inoltre, ciò coinciderebbe con la possibile proroga dello stato di emergenza al 30 aprile 2021, con la speranza di raggiungere 8 milioni di vaccinati entro Pasqua per poi puntare a un ritorno graduale alla vita ordinaria. “In questi cento giorni – hanno spiegato in Consiglio dei Ministri – c’è il nostro futuro: se riusciamo a vaccinare tutti gli operatori sanitari, gli ottantenni e parte dei settantenni, tra cento giorni, a fine aprile, avremo una pressione sulla rete ospedaliera assolutamente gestibile. Il Covid sarà un ricordo”.
In attesa dell’entrata in vigore del nuovo decreto e dell’inserimento di nuove restrizioni anche per le zone gialle, il Governo ha bisogno di altre due condizioni affinché il piano dei cento giorni possa funzionare:
- la prima – introdotta con il Dl del 5 gennaio scorso – riguarda i nuovi criteri di classificazione delle Regioni sulla base degli indici Rt (sopra a 1 scatta la zona arancione, mentre sopra 1,25 scatta la zona rossa),
- la seconda – non ancora approvata – prevedrebbe l’introduzione del lockdown non appena in una Regione si registrano più di 250 contagi ogni 100 mila abitanti. Il rischio di quest’ultima condizione, però, è che le Regioni rallentino il numero di tamponi effettuati giornalmente per evitare si superare la soglia critica.
Per evitare l’esplosione di una terza ondata pandemica, già prevista dagli esperti nelle prossime settimane, il Governo starebbe pensando a un piano B da adottare qualora non sia sufficiente la nuova classificazione delle Regioni in fasce di colore.