Il 3 dicembre si celebra in tutto il mondo la Giornata dedicata alle persone con disabilità. Una ricorrenza voluta per accendere i riflettori sulle persone affette da disabilità, troppo spesso dimenticate ed emarginate, e soprattutto sui loro diritti.
Una giornata che per effetto della pandemia che tiene in ostaggio le sorti dell’intero pianeta dallo scorso marzo, quest’anno assume un significato particolare ed ancor più marcato, proprio perché i disabili rientrano tra le categorie più fragili sulle quali il coronavirus sta avendo la meglio.
L’importanza di questa ricorrenza è stata rilanciata anche dall’Onu con un messaggio di inclusione, per un futuro sostenibile in cui possano essere garantiti a tutti i diritti fondamentali di accesso ai servizi e partecipazione alla vita pubblica della comunità.
Secondo gli ultimi dati forniti dall’Istat, in Italia le persone disabili sono più di tre milioni, pari al 5,2% dell’intera popolazione. Le persone che devono vivere quotidianamente con gravi limitazioni sono circa 1,5 milioni e, nella maggior parte dei casi, over 75.
Sei disabili su dieci nel nostro Paese sono donne, con la differenza di genere che appare ancora più evidente dai 65 anni in su.
Solo il 31,3% di coloro che patiscono gravi limitazioni risulta occupato, a fronte del 57,8% di persone senza limitazioni. Il divario accresce ulteriormente analizzando i dati relativi al tasso di occupazione delle donne con disabilità, pari al 26,7% dei casi, contro il 36,3% degli uomini.
La giornata odierna offre soprattutto un prezioso assist per illuminare le storie delle persone affette da disabilità che hanno saputo non solo distinguersi, ma anche eccellere mettendo la firma su gesta encomiabili. Basta pensare a quanti campioni paraolimpici siano annoverati nel palmares della storia sportiva italiana.
La storia e l’operato di Nick Vujicic guardano proprio in questa direzione: predicatore australiano e direttore di Life Without Limbs, un’organizzazione per i disabili ha trasformato la disabilità nel suo più autorevole punto di forza, riuscendo a diventare una vera e propria icona capace di motivare milioni di persone in tutto il mondo.
Affetto da una rara malattia genetica, la tetramelia, Nick è nato privo di arti, senza entrambe le braccia, e senza gambe eccetto i suoi piccoli piedi, uno dei quali ha tre dita.
Non risulta difficile come e quanto la vita di Nick sia stata compromessa dalla sua disabilità: non ha potuto frequentare la scuola, come la legge australiana richiede. Durante il suo periodo scolastico, la legge fu cambiata, e Nick fu uno dei primi studenti disabili a frequentare una scuola normale. Ha imparato a scrivere usando le due dita del piede sinistro, e un dispositivo speciale che si aggancia al suo grande alluce. Ha anche imparato ad usare un computer e a scrivere usando il metodo “punta tacco”, lanciare palle da tennis, rispondere al telefono, radersi e versarsi un bicchiere d’acqua. Niko mostra spesso nei suoi discorsi le azioni quotidiane che ha imparato a svolgere adattandole alle capacità motorie di cui dispone: i video in cui racconta la sua storia e divulga messaggi motivazionali collezionano migliaia di visualizzazioni, oltre che messaggi di consensi ed ammirazione da parte di utenti che da ogni parte del mondo seguono e supportano la sua mission.