Probabilmente accogliendo di buon grado una sfida improponibile per gli eroi del calcio moderno, Diego Armando Maradona divenne una leggenda del calcio. Forse lo è sempre stato: quel giorno si è semplicemente limitato a scrivere una delle pagine più toccanti della sua storia terrena.
Ad Acerra, su un campo ai limiti della praticabilità, in un clima surreale e tutt’altro che confacente ad un calciatore del suo calibro, con una bolgia di tifosi distribuita senza alcuna forma di controllo o di criterio, su un campo di calcio amatoriale, avvenne l’inverosimile: Maradona scese in campo e giocò una partita.
Su quel campo appesantito dalla pioggia e dal fango, Maradona non si è limitato a fare la passerella, ma ha giocato con la foga agonistica che ha accompagnato ogni calcio indirizzato ad un pallone. Diego rispose con la presenza all’appello dei familiari di un bambino che necessitava di sottoporsi ad un costoso intervento salvavita: l’incasso fu sufficiente realizzare il sogno di uno dei tanti bambini cresciuti nel segno e nel sogno di Maradona che per il resto dei suoi giorni, avrà una motivazione in più per essere eternamente grato al campione argentino. Grazie a Maradona, grazie a quell’intervento ha potuto infatti afferrare il sogno di una vita normale.
Uno dei tanti episodi, forse il più eclatante, dal quale è emersa la sua generosità disinteressata, la sua umiltà che, da figlio di una realtà povera e sommessa, lo ha sempre fatto sentire vicino ed affine ai cosiddetti utili, ma soprattutto la sua indomabile indole di fuoriclasse del calcio che gli consenti di trasformare una semplice partita amichevole in un autentico show capace di infiammare il pubblico regalandogli un’emozione indelebile ed indimenticabile.