Il mese prossimo festeggerà il 41esimo compleanno nella cella del carcere di Santa Maria Capua Vetere dove è stata trasferita stamane, Gabriella Onesto, una delle tre persone arrestate stamane, lunedì 23 novembre, dai Carabinieri del Comando Provinciale di Napoli che hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Napoli su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia.
Gabriella Onesto e gli altri due soggetti indagati, appartenenti a due clan rivali – Mazzarella e Minichini-Rinaldi-De Luca Bossa – sono ritenuti responsabili a vario titolo dei reati di estorsione, porto e detenzione illegale di armi, tutti aggravati dal metodo mafioso.
Stimata essere una figura più che ben addentrata nelle dinamiche camorristiche dei clan della periferia orientale partenopea, la Onesto è imparentata con “le pazzignane” del Rione De Gasperi di Ponticelli, Luisa De Stefano e Vincenza Maione, attualmente detenute e condannate all’ergastolo per l’omcidio Colonna-Cepparulo. Un fine pena mai che la donna arrestata quest’oggi ha scansato clamorosamente. Infatti seppure “partecipava alle fasi esecutive quale addetta al sistema delle comunicazioni telefoniche, fungendo da intermediaria tra Anna De Luca Bossa, “le pazzignane” Vincenza Maione e Luisa De Stefano e gli altri indagati”, secondo il giudice, a suo carico “non si delinea un quadro indiziario supportato da quella necessaria gravità atta a fondare l’applicazione di misura cautelare.”
A precisare alla magistratura il ruolo ricoperto da Gabriella Onesto all’interno del clan Minichini-De Luca Bossa-Rinaldi è il neocollaboratore di giustizia Tommaso Schisa, figlio di Luisa De Stefano e dell’ex Sarno, Roberto Schisa. Durante l’estate del 2019, il giovane rampollo di casa Schisa, ha maturato la decisione di passare dalla parte dello Stato: entrambi i genitori condannati all’ergastolo, mentre la sorella ha accettato di entrare nel programma di protezione riservato ai parenti dei pentiti, il resto della famiglia si è duramente scagliata contro la volontà del giovane, osteggiando e condannando duramente quella scelta. La notizia che fosse proprio Tommaso Schisa la nuova gola profonda della camorra ponticellese ha fatto tremare molti interpreti della malavita locale, una su tutte, proprio Gabriella Onesto.
Il figlio della “pazzignana” ha confermato alla magistratura l’appartenenza di Gabriella Onesto al clan in cui convergono le organizzazioni alleate di Napoli est e l’ha inoltre additata come la persona che curava gli interessi economici del clan.
In particolare, nel verbale firmato il 22 ottobre del 2019, Tommaso Schisa ricostruisce le circostanze in cui maturò un agguato nella zona di Porta Nolana, immortalato dalle videocamere, identificando esecutori e vittime, oggetto dell’ordinanza odierna.
Schisa ha spiegato che Gabriella Onesto era la persona che per conto del clan riscuoteva il pizzo sulle piazze di spaccio e le prostitute attive ngopp’ e ‘mmura – la zona di Porta Nolana – e che proprio durante una delle incursioni per riscuotere il denaro, accompagnata da Fabio Oliviero detto ‘o chiatto, un altro affiliato al clan, il 12 gennaio del 2018, fu vittima di un’imboscata da parte dei Mazzarella. A raccontare l’accaduto al giovane Schisa, fu prima la madre Luisa De Stefano, durante un colloquio, e successivamente la stessa Gabriella Onesto e Michele Minichini. Le indagini che hanno portato all’arresto della lady-camorra di Ponticelli e di altre due persone hanno infatti accertato che in quella circostanza, Gabriella Onesto e il suo accompagnatore, nel momento in cui si recarono dal gestore di una piazza di spaccio della zona Mercato per riscuotere la tangente, furono affrontati da un rivale del clan Mazzarella che esplose contro di loro numerosi colpi di arma da fuoco, costringendoli a fuggire.
Gabriella Onesto viene quindi additata come la donna dedita a riscuotere i proventi degli affari illeciti nella zona del centro storico.
Un ruolo che la stessa Onesto ha tutt’altro che nascosto, esibendo con orgoglio ed ostentazione sui social immagini che ritraggono ingenti somme di denaro. Un modo eloquente di palesare lo stato di salute del clan agli occhi dei rivali, per riscattarsi dalle umiliazioni subìte negli anni passati in sordina.
La lady-camorra di Ponticelli ha sistematicamente utilizzato i social network per mettere in campo una vera e propria strategia finalizzata a ringalluzzire le quotazioni della camorra, rilanciandone ideali e principi ispiratori e proponendo un modello malavitoso che ha attirato numerosi proseliti e consensi.
Fino a poche ore prima di essere arrestata, la Onesto è stata attivissima sui social network ed ha diramato numerosi messaggi che inneggiavano all’onore e all’omertà e finalizzati a fomentare l’odio contro i pentiti, condannandone aspramente scelte e condotta.
La Onesto ha sempre condannato duramente la scelta di Tommaso Schisa, rivolgendogli imprecazioni e frasi colme di odio e disprezzo, proprio perchè consapevole che le dichiarazioni rese in veste di collaboratore di giustizia dal figlio dell’amata cugina, l’avrebbero spedita dritta in galera.
Potrebbe definirsi un vero e proprio lavoro, quello praticato dalla Onesto sui social network, soprattutto in relazione ai continui messaggi subliminali diramati e utili ad alimentare ed accrescere il senso di fedeltà e rispetto da tributare alle figure-simbolo della famiglia attualmente detenute, al fine di continuare a tenere vivo e caldo il ricordo dei “martiri della camorra”, ma anche la credibilità, la venerazione, il carisma. Aspetti cruciali ed imprescindibili che non devono mai cessare di aleggiare intorno alla reputazione delle figure cardine del clan. Lo sa bene Gabriella Onesto che non ha mai smesso di gettare in pasto al popolo del web immagini, farcite di slogan e frasi ad effetto che propongono i camorristi detenuti come veri e propri martiri al patibolo, riuscendo a riscuotere ammirazione, compassione ed affetto, oltre al desiderato plebiscito di consensi.
I suoi profili social sono intrisi di immagini delle parenti ergastolane contornate da emoticon che simboleggiano cuori ed abbracci, veicolando un messaggio distorto e capace di creare una venerazione morbosa intorno alle figure-simbolo della malavita, oltre che un forte sentimento di approvazione ed esaltazione degli interpreti della malavita.
Luisa De Stefano e suo fratello Giovanni, ma anche Vincenza Maione: tutti detenuti per reati di camorra e rappresentati dalla Onesto come “leoni in gabbia” da sostenere ed emulare.
Attraverso la pubblicazione degli screenshot delle videochiamate con i parenti detenuti, la Onesto non solo consente ad amici, parenti e simpatizzanti del clan di riaggiornare l’immagine dei loro beniamini, ma anche di rafforzare la convinzione che la scelta di accettare di scontare la condanna per intero, senza rifugiarsi nell’escamotage del pentimento, sia un gesto eroico, degno di un vero guerriero della camorra che per questo merita rispetto, supporto, consensi ed ammirazione.
L’esaltazione del credo camorristico, nell’era dei social network, passa anche e soprattutto attraverso piccoli segnali, ma tutt’altro che trascurabili ed irrilevanti.
“Luisa, forza e coraggio, che la galera è di passaggio: prima o poi ce ne andiamo a casa”: questo il contenuto del video messaggio che l’ergastolana Vincenza Maione rivolge a sua cugina Luisa De Stefano, anche lei detenuta e condannata al carcere a vita e che la Onesto ha riproposto sui social, incassando decine e decine di consensi e messaggi di solidarietà. Sorridente ed irriverente, la Maione esorta la cugina a non mollare, palesando una sorta di ingenua inconsapevolezza, auspicando in un ritorno a casa. Come se “ergastolo” non fosse sinonimo di “carcere a vita”.
Sulla stessa lunghezza d’onda, il video-tributo dedicato all’altro ergastolano eccellente del clan, Michele Minichini, in occasione del suo compleanno, con tanto di torta a lui dedicata per celebrare, malgrado la detenzione, la nascita della “tigre della camorra” di Napoli est. Un leader della camorra che ha occupato un posto speciale nel cuore e nella vita di Gabriella Onesto, al quale la lady-camorra ha giurato eterna fedeltà tatuandosi il suo nome sulla mano sinistra.
Intanto, negli ambienti in odore di camorra della periferia orientale di Napoli, impazza già il toto-scommesse circa un possibile pentimento di Gabriella Onesto. Le personalità addentrate nelle dinamiche malavitose di Ponticelli, infatti, descrivono la donna arrestata quest’oggi come una personalità debole che difficilmente potrà incassare una condanna pesante senza battere ciglio e che ben presto potrebbe optare per la strada più comoda, passando dalla parte dello Stato.
Proprio lei che fino a ieri si è duramente scagliata contro i pentiti.