Un arresto tanto atteso quanto prevedibile quello compiuto stamattina, lunedì 23 novembre, dai Carabinieri del Comando Provinciale di Napoli che hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Napoli su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di 3 indagati, appartenenti a due contrapposti sodalizi camorristici, ritenuti responsabili a vario titolo dei reati di estorsione, porto e detenzione illegale di armi, tutti aggravati dalla circostanza del metodo mafioso.
Le indagini, coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, hanno consentito di raccogliere gravi indizi di colpevolezza a carico di due persone che, agendo per conto del clan “De Luca Bossa – Minichini – Rinaldi”, organizzazione criminale riconducibile alla cosiddetta “Alleanza di Secondigliano”, si rendevano responsabili di un tentativo di estorsione commesso, il 12 gennaio 2018, ai danni del titolare di una “piazza di spaccio”, attiva nel quartiere “Mercato”; tali individui, nel momento in cui si recavano dalla vittima per riscuotere la tangente, erano affrontati dall’indagato appartenente, invece, al contrapposto cartello mafioso dei “Mazzarella”, che esplodeva nei loro confronti numerosi colpi di arma da fuoco, mettendoli in fuga. Un episodio immortalato dalla videocamera di un sistema di sorveglianza che ha filmato l’intera scena.
In manette, insieme ad altre due persone, Gabriella Onesto, la donna ritratta nel video, in compagnia di un’altra persona, alla guida del ciclomotore.
Sopravvissuta clamorosamente alla condanna all’ergastolo per l’omicidio Colonnaa- Cepparulo, seppure “partecipava alle fasi esecutive quale addetta al sistema delle comunicazioni telefoniche, fungendo da intermediaria tra Anna De Luca Bossa, “le pazzignane” Vincenza Maione e Luisa De Stefano e gli altri indagati”, in quanto ad avviso del Giudice, nei confronti della Onesto “non si delinea un quadro indiziario supportato da quella necessaria gravità atta a fondare l’applicazione di misura cautelare”, la donna viene indicata dal neopentito Tommaso Schisa, come la cassiera del clan Minichini-Rinaldi-De Luca Bossa.
In particolare, nel verbale firmato il 22 ottobre del 2019, Tommaso Schisa ricostruisce le circostanze in cui maturò proprio l’agguato nella zona di Porta Nolana, oggetto dell’ordinanza odierna, identificando esecutori e vittime.
Schisa ha spiegato che Gabriella Onesto era la persona che per conto del clan riscuoteva il pizzo sulle piazze di spaccio e le prostitute attive ngopp’ e ‘mmura – la zona di Porta Nolana – e che proprio durante una delle incursioni per riscuotere il denaro, accompagnata da Fabio Oliviero detto ‘o chiatto, un altro affiliato al clan, il 12 gennaio del 2018, fu vittima di un’imboscata da parte dei Mazzarella. A raccontare l’accaduto al giovane rampollo di casa Schisa, fu prima la madre Luisa De Stefano, durante un colloquio, e successivamente la stessa Gabriella Onesto e Michele Minichini.
Gabriella Onesto viene quindi additata come la donna dedita a riscuotere i proventi degli affari illeciti nella zona del centro storico.
Gli arresti odierni costituiscono l’ennesima svolta nelle indagini volte a far luce sulla violenta faida tra il sodalizio dei “Mazzarella” e quello dei “Minichini – Rinaldi – De Luca Bossa”, quest’ultimo interessato, tuttora, ad estendere la propria sfera di influenza dall’area di San Giovanni a Teduccio – Ponticelli al cuore della città.