Il Governo vara il terzo decreto Ristori che, rispetto ai due precedenti, ha un contenuto estremamente tecnico, poiché incentrato quasi esclusivamente sulla ridefinizione delle risorse in campo per far fronte alla crisi economica di molte categorie.
Non solo bonus e denaro sul conto corrente a imprese e professionisti in difficoltà: con il decreto Ristori ter il Governo vuol garantire maggiore liquidità ai contribuenti provati dall’emergenza Covid, anche attraverso il rinvio di molti appuntamenti col Fisco. Dall’Irpef all’Irap all’Iva, ecco tutte le proroghe in fase di approvazione.
Tra le proposte che potrebbero essere inserite nel decreto Ristori ter, al vaglio dell’Esecutivo c’è la proroga di alcuni degli appuntamenti più importanti col Fisco.
Nello specifico, al vaglio c’è il rinvio dei versamenti Irpef, Irap e Iva, con l’individuazione di risorse specifiche finalizzate a coprire le mancate entrate dell’Erario. Si tratta di circa 4-5 miliardi di euro che verrebbero a mancare alle casse dello Stato, da aggiungersi alle minori entrate derivanti dagli sgravi contributivi che potrebbero essere riconosciuti alle imprese che dichiarano fino a 50 milioni di fatturato e hanno subito una una perdita pari almeno al 33 per cento a causa dell’emergenza Coronavirus.
Nello specifico, a queste aziende verrebbero sospesi i pagamenti relativi alla ritenute a loro carico, nonché quelli relativi ai contributi di dicembre e gli acconti fiscali di novembre.
Il Consiglio dei Ministri ha approvato un nuovo decreto Ristori, il terzo, per fare fronte all’emergenza Covid e aiutare tutti gli operatori economici in difficoltà a causa delle limitazioni imposte dalla diffusione del virus in Italia. Durante il vertice notturno presieduto da Giuseppe Conte, è stata approvata la Relazione al Parlamento, con cui l’esecutivo chiederà alle Camere di approvare uno scostamento di bilancio.
Con il parere favorevole della Commissione europea, il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri e il Governo hanno proposto l’autorizzazione al ricorso di “8 miliardi in termini di indebitamento netto e di fabbisogno e di 5 miliardi per il saldo netto da finanziare del bilancio dello Stato, in termini di competenza e in termini di cassa”.
Con queste risorse aggiuntive, l’esecutivo adotterà nuove misure finanziare urgenti, con altri interventi per sostenere i settori produttivi e commerciali, ampliando quanto già deciso con il primo e il secondo decreto Ristori, “anche attraverso un utilizzo adeguato della leva fiscale”.
Decreto Ristori ter: le misure e i bonus per l’emergenza Covid
Le nuove misure contenute nel testo del decreto Ristori ter prevedono aiuti alle attività commerciali, di cui una parte destinata al potenziamento di quelli già erogati a chi si trova in zona rossa e arancione, un fondo da erogare ai Comuni e nuovi finanziamenti per fare fronte alle emergenza nazionali. Di seguito tutte le decisioni dell’esecutivo nello specifico.
- Stanziamento di ulteriori fondi per 1,95 miliardi di euro destinati al ristoro delle attività economiche e ai loro dipendenti che sono stati colpiti, in maniera diretta o indiretta, dalle misure per fermare il contagio.
- Incremento di 1,45 miliardi, per il 2020, della dotazione del fondo previsto dal decreto Ristori bis – ovvero il decreto legge del 9 novembre 2020, n. 149 – per compensare le attività economiche che operano nelle regioni passate a una fascia di rischio più alta. La decisione è stata presa per erogare automaticamente aiuti finanziari nei territori che sono passati e passeranno alle zone rosse e arancioni dopo il decreto Ristori bis.
- Inserimento dei negozi di calzature tra i codici Ateco delle attività di commercio al dettaglio delle zone rosse che possono beneficiare del contributo a fondo perduto.
- Istituzione di un fondo da destinare ai Comuni, con una dotazione di 400 milioni di euro, per l’adozione di misure urgenti di solidarietà alimentare, da erogare alle amministrazioni entro 7 giorni dall’entrata in vigore del decreto.
- Aumento della dotazione finanziaria del Fondo per le emergenze nazionali di 100 milioni di euro, con lo scopo di permettere al commissario Domenico Arcuri l’acquisto e la distribuzione di farmaci per la cura dei pazienti affetti da Covid-19.
Non sembra previsto lo slittamento delle scadenze per gli operatori economici in difficoltà. Secondo quanto dichiarato da fonti governative, il quarto decreto Ristori si occuperà in maniera specifica delle proroghe per gli adempimenti fiscali.
La serie bonus, sgravi e contributi a fondo perduto promessi dal Governo arriveranno (alcuni già sono arrivati) con appositi decreti (alcuni già approvati), che prevedono anche lo stanziamento di risorse volte a garantire liquidità ai settori più colpiti dal lockdown e dalle nuove restrizioni.
Visti i tempi stretti e l’emergenza che incombe, l’Esecutivo si è messo già a lavoro sul Ristori quarter, che dovrebbe arrivare in Senato e poi alla Camera tra giovedì 26 e venerdì 27 novembre 2020. L’obiettivo, in questo caso, è bloccare in extremis gli acconti in scadenza il lunedì successivo, per evitare il rischio concreto che molti ordini di pagamento vengano processati e inviati prima del blocco.
A tal proposito, a Palazzo Chigi si discute se spostare dal 30 novembre al 10 dicembre la presentazione della dichiarazione dei redditi, mentre i tecnici sono già all’opera per individuare i fondi da destinare al buco di oltre un miliardo derivante dai possibili mancati incassi conseguenti all’eventuale proroga dei pagamenti legati alla rottamazione delle cartelle e al saldo e stralcio.