Il Governo spera di poter allentare la presa in vista delle festività natalizie: decisivi i dati Covid che emergeranno dal monitoraggio Iss del 2 dicembre. Tra le ipotesi al vaglio: la riduzione del coprifuoco e la possibile riapertura di ristoranti e bar.
Ottimista il ministro della Salute, Roberto Speranza che, in una recente intervista ha affermato che i prossimi 7-10 giorni saranno decisivi. Speranza ha precisato che “ci sono valide ragioni per credere che le ultime misure comincino a dare qualche risultato”.
Conte studia un nuovo Dpcm ad hoc da lanciare il 3 dicembre: decisivo sarà il monitoraggio Iss dell’1-2 dicembre, alla vigilia della scadenza del decreto anti Covid varato il 3 novembre. Qualora i dati fossero in miglioramento, allora il provvedimento successivo potrebbe contenere l’allentamento che consenta di tirare il fiato per le settimane di Natale e Capodanno.
Il premier Giuseppe Conte auspica comunque un Natale all’insegna della prudenza: “Considereremo la curva epidemiologica che avremo a dicembre, ma il Natale non lo dobbiamo identificare solo con lo shopping, fare regali e dare un impulso all’economia”, ha spiegato.
Se l’indice Rt scendesse sotto la soglia 1, Conte potrebbe anche decidere di eliminare il coprifuoco. Con un valore superiore, ma in miglioramento, si potrebbe spostare l’inizio del coprifuoco alle 23 o alle 24. Non è escluso che il coprifuco possa slittare alle 23, con eccezione delle 24 la sera della vigilia di Natale e magari ancora più avanti la notte di Capodanno.
Altro obiettivo è quello di portare un rapporto del 10% tra nuovi contagiati e tamponi effettuati (Rpt). Se questi risultati dovessero essere raggiunti nelle prossime settimane, allora il Governo potrebbe pensare ad allentare le misure di contenimento.
L’Italia resterebbe divisa in tre zone, gialla, arancione e rossa, ma potrebbero essere allentate le restrizioni per permettere a ristoranti e bar di riaprire: si ipotizza fino alle 23 in zona gialla e fino alle 18 in zona arancione. Attività ancora chiuse in zona rossa. Il governo non pare intenzionato a ritoccare il limite di sei persone a tavolo che resterebbe in vigore.
In zona rossa Conte vorrebbe riaprire i negozi al dettaglio: per fare questo si studiano restrizioni sul numero di clienti che possono accedere contemporaneamente.
In zona arancione, invece, la svolta per dare ossigeno allo shopping potrebbe essere l’apertura dei centri commerciali nel weekend. Fermo restando lo stop nella fascia più alta di rischio.
Il punto più critico riguarda lo spostamento fra comuni. Se i dati prenderanno la giusta piega discendente, il divieto verrà eliminato in zona arancione. In zona rossa potrebbe essere tolto l’obbligo di non muoversi da casa salvo le comprovate esigenze. In pratica: la fascia più alta di rischio erediterebbe le regole di quella intermedia, quindi spostamenti solo all’interno del comune.
Conte e i ministri sono consapevoli che i divieti tassativi per il cenone rischierebbero di essere inapplicabili. Resterà la raccomandazione di evitare gli inviti e sarà fortemente sconsigliato organizzare cene con più di sei persone extra nucleo familiare. In ogni caso, anche all’interno della propria abitazione, mascherina e distanziamento restano le misure fortemente consigliate per prevenire il contagio.