Tra poche ore in Campania scatterà il lockdown che per i prossimi 14 giorni limiterà al minimo indispensabile gli spostamenti. Una premessa che non sembra impensierire i gestori delle piazze di spaccio di Ponticelli, quartiere della periferia orientale di Napoli dove la droga continua ad essere il business portante dell’economia criminale, malgrado l’emergenza coronavirus.
Così com’è stato durante il lockdown dello scorso inverno, anche questa seconda e ancor più temuta fase dell’emergenza covid-19 non sembra minimamente scalfire la gestione e il controllo delle attività di spaccio di stupefacenti nel quartiere della periferia orientale di Napoli.
Seppure il coprifuoco e diverse limitazioni relative alla mobilità tra città e comuni fossero già in vigore da diverso tempo, la compravendita di droga in alcuni dei presidi più famigerati di Ponticelli non ha subito alcuna variazione.
Prosegue indisturbata più che mai l’attività di spaccio nel supermarket della droga per eccellenza di Ponticelli: quello che da anni imperversa nell’isolato 2 del Rione De Gasperi.
La piazza di droga più prolifera dell’intera periferia orientale di Napoli continua a registrare guadagni da capogiro. Tant’è vero che il mese scorso è finita nel mirino dei nuovi aspiranti ras del quartiere: gli “XX”, sigla che indica il cartello De Micco- De Martino. I giovani eredi del clan dei “Bodo”, malgrado i De Luca Bossa fossero ancora in auge, proprio per indirizzare un forte segnale di sfida a questi ultimi, hanno preteso che “il signore della droga” dell’isolato 2 del Rione De Gasperi versasse nelle loro casse una cospicua somma di denaro. In seguito a quella richiesta, proprio in quella sede, una scorribanda di scooter inscenò un’inquietante “stesa” nel cuore della notte.
Ancora ignoti gli autori di quel raid intimidatorio che ben si presta ad una duplice interpretazione: laddove ci fosse la firma degli “XX” su quell’inquietante processione di scooter, i giovani aspiranti leader della camorra ponticellese avrebbero così indirizzato un ulteriore “sollecito” al ras dell’isolato 2, affinché si sbrigasse a pagare la cifra richiesta. In alterativa, potrebbe trattarsi di una dimostrazione di forza voluta dai De Luca Bossa per marcare il territorio e sottolineare la propria egemonia, intimando al capo di quella piazza di spaccio di non piegarsi al ricatto estorsivo degli “XX”.
In ogni caso, l’unico dato certo emerso dall’inquietante episodio è da ricercare nella conferma del valore economico e dell’importanza strategica ricoperta da quella piazza di spaccio nell’ambito del sistema malavitoso locale.
Un’importanza e un valore rimarcati da altri segnali espliciti, in primis il tripudio di fuochi d’artificio quotidianamente esplosi proprio dall’arsenale della droga del Rione De Gasperi di Ponticelli e con una tempistica ben precisa. Nel primo pomeriggio, al calar del sole, intorno alle 17.30, si registra il primo fragoroso spettacolo pirotecnico che risuona come un segnale palese rivolto alla clientela. Un roboante campanello suonato per ufficializzare l’inizio della vendita. Un macabro richiamo al quale quotidianamente risponde una nutrita fetta di cittadini, provenienti anche da altri quartieri e comuni. In barba alle limitazioni introdotte per ridurre la mobilitazione, in barba al coprifuoco.
Ad annunciare la chiusura del supermarket della droga è un’altra chiassosa pioggia di fuochi d’artificio, puntualmente esplosa nel cuore della notte. Un rituale voluto soprattutto per palesare la prosperità degli affari: secondo il codice etico della camorra, la quantità di fuochi d’artificio esplosi è direttamente proporzionale all’entità dei guadagni. Ragion per cui, uno spettacolo pirotecnico lungo, assordante e plateale è sinonimo di una piazza di spaccio opulenta.
Una forma di “pubblicità” che rischia di attirare l’attenzione dei clan, così come insegna la storia recente, ma anche quella dei residenti in zona, sempre più esasperati dal clima di invivibilità con il quale sono costretti a convivere per assecondare le stravaganze dei “signori della droga”.
Un rituale degno di un popolo tribale che si ripete sistematicamente tutte le sere, allo scoccare della mezzanotte, in diverse zone strategiche del quartiere in cui vengono esplosi fuochi d’artificio che delineano un disegno ben preciso sul cielo che copre Ponticelli.