Una faida annunciata da tempo e da diversi segnali, quella attualmente in corso a Ponticelli. Partita ufficialmente in seguito al blitz che lo scorso lunedì 26 ottobre ha inferto una dura stangata al clan De Luca Bossa, facendo scattare le manette per sette figure cardine dell’organizzazione camorristica che dal 2018 era riuscita a consolidare la propria egemonia a Ponticelli, tuttavia, già durante la fase di declino del clan del Lotto O, si sono registrate plurime fibrillazioni e segnali che lasciavano presagire che ben presto diverse compagini sarebbero giunte ad impugnare le armi per contendersi il controllo del territorio.
Così doveva essere e così è stato.
Complice anche la negligenza del boss Umberto De Luca Bossa, sottrattosi alla chiamata alle armi indispensabile per ripristinare gli equilibri e consacrare l’egemonia del suo clan, quando iniziavano a registrarsi le prime fibrillazioni, il presagio tanto temuto dagli abitanti del quartiere, terrorizzati all’idea di dover convivere con l’ennesima, temibile faida di camorra, si sta tramutando di giorno in giorno in una realtà tanto concreta quanto spaventosa.
Il primogenito di Tonino ‘o sicco, consapevole di avere le ore contate, in quanto forte era il sentore di un imminente blitz, ha preferito concentrarsi esclusivamente sulle estorsioni con l’intento di racimolare il maggior quantitativo possibile di denaro per fronteggiare le spese imminenti: dagli avvocati al mantenimento delle famiglie dei detenuti, senza tralasciare il denaro necessario per garantirsi una carcerazione confacente allo status di pezzo da 90 della camorra.
Per questo motivo, il clan De Luca Bossa non ha replicato alle “stese” compiute dal giovane aspirante boss del Rione Conocal e dal clan XX, limitandosi a contemplare da spettatore passivo lo scenario che andava delineandosi sulla scia della seconda era del clan del Lotto O a Ponticelli.
Tuttavia, prima di uscire di scena, il clan De Luca Bossa ha gettato in pasto al popolo dei social network un’immagine tutt’altro che casuale.
Una foto che ritrae Giuseppe Righetto alias ‘o blob, fratellastro dei Casella e figura apicale dell’omonimo clan, che abbraccia Giuseppe De Luca Bossa e Domenico Amitrano. Entrambi seduti, mentre ‘o blob resta in piedi, quasi a voler delineare un nuovo assetto al vertice della piramide, in una sorta di passaggio del testimone virtuale dove i Casella sono chiamati a raccogliere l’eredità del clan del Lotto O, uscito di scena pochi giorni dopo la pubblicazione di quello scatto.
Mimmo Amitrano “la tigre”, Giuseppe De Luca Bossa “il lupo” e Giuseppe Righetto “il leone”: un’immagine pubblicata nelle stories di Amitrano e che conferma l’utilizzo strategico dei social network da parte del nipote di Vincenzo Sarno. I social network per Amitrano erano un vero e proprio strumento del quale servirsi per inviare messaggi ai clan rivali.
Un’immagine che nel momento storico in cui è stata divulgata, sanciva la vicinanza della cosca di via Franciosa al clan egemone a Ponticelli, i De Luca Bossa, e pubblicata con il probabile auspicio che potesse bastare a sedare i timori circa un possibile agguato rivolto proprio ai Casella da parte dei giovani bad boys di Ponticelli. Un rumors che aleggiava nell’aria da tempo e che ha costretto i fratelli Casella a barricarsi in casa per sventare il pericolo di finire nel mirino dei killer dei clan rivali e che si è tramutato in realtà, quando lo scorso giovedì 29 ottobre un proiettile ha raggiunto alla schiena Luigi Aulisio detto Alì, cognato dei Casella.
Un agguato che potrebbe rappresentare la replica al ferimento di Rodolfo Cardone avvenuto lo scorso 7 ottobre. Un agguato voluto per centrare un duplice intento: replicare alla “stesa” avvenuta nel Lotto O la sera precedente e sulla quale vi sarebbe la firma di Rosario Rolletta, ferito in un agguato poche ore fa, e sedare le velleità degli “XX” che intimorivano i Casella. Il killer entrato in azione per ferire Cardone, dunque, avrebbe agito con il beneplacito della cosca del Lotto O che addirittura potrebbe aver commissionato ai Casella il suddetto agguato.
Di contro, le giovani reclute del clan “XX”, all’indomani degli arresti che hanno decapitato il clan De Luca Bossa, di tutta risposta, avrebbero ferito Aulisio che ancora agonizzante ha immediatamente contattato la nostra redazione per fornire rassicurazioni circa il suo stato di salute. Quasi a voler inviare un messaggio lampo, in tempo reale, alla cosca rivale, facendogli sapere che quegli spari non hanno scalfito minimamente il clan Casella che probabilmente poche ore fa è entrato in azione per replicare proprio a quell’affronto subito, indirizzando colpi d’arma da fuoco verso Rosario Rolletta, figura apicale degli eredi del clan dei “Bodo”.
Un botta e risposta che diventa sempre più pericoloso e che costringe i Casella ad uscire allo scoperto.
Scarcerati ed assolti clamorosamente ad ottobre del 2019, il clan di via Franciosa ha sempre navigato sott’acqua, lontano dal fragore degli spari e delle azioni eclatanti, limitandosi a gestire i propri affari nel proprio territorio e cercando sempre di “entrare nelle grazie” del clan egemone. Una politica stravolta dall’irriverenza delle nuove leve della camorra che avanzano con ferocia verso l’obiettivo e che impongono ai Casella di correre ai ripari, soprattutto adesso che non possono più beneficiare della copertura e della benedizione dei De Luca Bossa.