C’è l’intesa tra il Governo e i pediatri di libera scelta, ultimo baluardo – assieme alla medicina generale – di un sistema sanitario che altrimenti rischia il collasso. «Siamo pronti – spiega il vice presidente nazionale FIMP Antonio D’Avino – a fare ancora di più per la salute pubblica. Ovviamente, portando avanti un’attività che possa essere svolta in sicurezza, con la dotazione di tutti i dispositivi di protezione individuale definiti dalle normative. Negli studi che hanno le giuste caratteristiche e nelle strutture distrettuali delle ASL saremo presenti per sottoporre i piccoli pazienti ai tamponi antigienici rapidi, strumenti essenziali per consentire ai genitori di tornare al lavoro, riammettendo in comunità i bambini asintomatici che hanno avuto contatti con soggetti positivi».
Così come previsto dall’intesa siglata ieri, il target dei tamponi rapidi è quello dei contatti stretti asintomatici, individuati dal pediatra di libera scelta oppure individuati e segnalati dal Dipartimento di Prevenzione e, solo occasionalmente, dei casi sospetti di contatto che il pediatra si trova a dover visitare. Inoltre, i tamponi rapidi saranno effettuati ai contatti stretti asintomatici allo scadere dei 10 giorni di isolamento, identificati in base ad una lista trasmessa dal Dipartimento di Sanità Pubblica/Igiene e Prevenzione al pediatra.
Definito in maniera stringente anche l’iter relativo agli esiti: il pediatra che esegue il tampone registra la prestazione eseguita e il risultato ottenuto sul sistema informativo messo a disposizione dalla Regione.
In caso di esito positivo il pediatra provvede a darne tempestiva comunicazione al Servizio Sanità Pubblica/Igiene e Prevenzione della propria Azienda così da permettere di adottare i provvedimenti necessari; allo stesso tempo raccomanda l’isolamento domiciliare fiduciario in attesa dell’esito del tampone molecolare di conferma.
In caso di esito negativo è sempre il pediatra che è deputato a rilasciare l’attestazione alla famiglia dei piccoli pazienti.
Restano poi valide tutte le precauzioni definite sino ad oggi per evitare assembramenti e contagi. «In caso di malattia è sempre necessario – ricorda D’Avino – contattare il proprio pediatra, così da poter effettuare un triage telefonico e concordare, se del caso, un appuntamento a studio. Comprendiamo bene le difficoltà dei genitori e per questo chiediamo loro di essere disciplinati e di aiutarci a svolgere le visite in sicurezza».
Restiamo in attesa della convocazione da parte della Regione al fine di concordare le modalità operative per l’esecuzione dei test rap