La droga si conferma il business d’oro della camorra ponticellese: lo confermano le centinaia di piazze di spaccio presenti nel quartiere più geograficamente esteso e densamente popolato della città di Napoli.
Interi palazzi adibiti a supermarket della droga, ma anche il ben più redditizio e meno rischioso servizio di delivery che vede dozzine di corrieri scorrazzare sugli scooter da un punto all’altro del quartiere per consegnare la droga ordinata tramite un messaggio in codice inviato ai telefoni “usa e getta” gestiti dai pusher e ben più difficili da intercettare. Questi i nuovi modelli di business che ergono Ponticelli a capitale della droga della periferia orientale di Napoli, seppure “le vecchie” piazze di spaccio siano ancora ben radicate sul territorio, soprattutto in prossimità degli storici arsenali dei clan. Non si spaccia solo lungo le strade dei rioni-simbolo della camorra locale, ma anche in luoghi abitati e vissuti dalla gente comune e perfino in presenza dei bambini.
Da diverso tempo, ormai, in via Purgatorio si registra un’intensa attività di spaccio, a due passi da una delle due sedi del “Catrin”, il laboratorio di Educativa Territoriale gestito da Arci Movie e finanziato dal Comune di Napoli.
Il Servizio Laboratori di Educativa Territoriale, denominato “Progetto Catrin” è rivolto a minori dai 6 ai 16 anni ed è una risorsa territoriale gratuita nata per fornire un sostegno educativo ai bambini e ai ragazzi del quartiere. Non è difficile intuire perché la presenza di una piazza di droga lungo quella strada stia suscitando particolare disappunto ed indignazione da parte dei residenti in zona e degli abitanti del quartiere, stanchi di subire le angherie della criminalità organizzata.
Via Purgatorio è una delle tante arterie secondarie del quartiere, adiacente a via Franciosa, il fortino del clan Casella. Probabilmente, proprio per depistare le forze dell’ordine e smaltire l’affluenza di tossicodipendenti nei pressi del quartier generale dell’ex costola del clan Sarno, la piazza di spaccio negli ultimi tempi si è spostata in quella stradina secondaria e meno trafficata a senso unico di marcia.
Una soluzione efficace per il business del clan, ma non di certo per la cittadinanza.