L’ospedale del Mare di Ponticelli ospita il primo “covid resort” destinato ad accogliere i tanti positivi asintomatici costretti all’isolamento fiduciario che rischiano di contagiare parenti e conviventi, particolarmente fragili.
Un vero e proprio albergo dove soggiornare durante la quarantena adattato all’interno della struttura alberghiera realizzata originariamente per accogliere le famiglie dei ricoverati all’Ospedale del Mare che giungendo da altri comuni o regioni sono impossibilitati a rincasare.
Il “covid resort” dell’ospedale del Mare di Ponticelli accoglierà le persone positive asintomatiche durante la quarantena e i pazienti guariti clinicamente, ma non ancora dichiarati negativi al virus. La Asl assicura servizi e vitto, con il supporto di infermieri e la supervisione di un medico dedicato.
La struttura disporrà di 88 camere, 22 su ogni piano, con un totale di 176 posti letto, 2 per camera.
Un “resort” dotato di ogni confort: vitto, servizio biancheria, assistenza infermieristica di base con la regia di un medico, tv e wifi gratuito.
A pochi metri dal nosocomio inaugurato per riscattare le sorti della sanità campana, giace il Rione De Gasperi di Ponticelli che da decenni, ormai, versa in un perenne stato di emergenza abitativa.
Una vicinanza temuta dalla dirigenza del polo ospedaliero ponticellese,tant’è vero che non appena vennero ultimati i lavori per la realizzazione dell’albergo destinato ad ospitare i parenti dei degenti, il timore più diffuso era proprio che quelle famiglie, disperate e desiderose di vivere in un alloggio dignitoso, potessero occupare con la forza l’albergo dell’ospedale.
Nato per offrire una sistemazione temporanea ai reduci del secondo dopoguerra, i 28 edifici che costituiscono il rione De Gasperi, in realtà, da più di mezzo secolo rappresentano l’unica sistemazione possibile per famiglie a basso reddito di Napoli est. Per oltre un trentennio, il rione è stato il bunker del clan Sarno: il sodalizio camorristico più efferato della periferia orientale di Napoli, capace di abbracciare l’intero entroterra vesuviano e di raggiungere il cuore della città e l’area occidentale, fino a Fuorigrotta.
Edifici mai andati incontro a lavori di manutenzione ordinaria/straordinaria e che vedono i vigili del fuoco intervenire, se sollecitati dai residenti in zona, per “mettere in sicurezza” ballatoi pericolanti. Diverse famiglie vivono in appartamenti con stanze giudicate inagibili dalla protezione civile.
Tubature fatiscenti in amianto, mura pericolanti e degrado dilagante: questo il clima che si respira nel rione più datato di Ponticelli, in cui vivono famiglie che attendono da decenni l’assegnazione di un alloggio Iacp. Un piano di abbattimento ed urbanizzazione che stenta a decollare e che presta il fianco alla camorra che per la modica cifra di 500 euro assegna case collocate negli edifici destinati a finire in un cumulo di macerie.
Centinaia le famiglie ancora in attesa di risposte, ancora in attesa di conoscere il loro destino e che intanto vivono osteggiando plurimi disagi.
Uno stato di emergenza abitativa esteso e dichiarato che giace a pochi metri dalla repentina soluzione individuata per tamponare l’emergenza sanitaria in corso.