Come accaduto nel corso dell’intera estate, anche nel mese di settembre, nei rioni popolari del quartiere napoletano di Ponticelli, si sono registrati spettacoli pirotecnici tutte le sere, non di rado a corredo di serenate neomelodiche.
La quiete notturna diventa così un miraggio per i tanti residenti in zona desiderosi solo di trascorrere una serata tranquilla e di godersi il meritato riposo e che invece di vedono costretti a convivere con schiamazzi e fragorosi boati che squarciano il silenzio della notte.
Durante il mese che si appresta a volgere al termine, nei rioni più popolari e popolosi del quartiere, hanno avuto luogo diverse “feste di cartello” che in barba alle normative anti-covid hanno visto decine e decine di persone assembrarsi, sprovviste di mascherina e del tutto irrispettose del distanziamento sociale di un metro utile a sventare il rischio di contagio da coronavirus.
Seppure l’esplosione di fuochi d’artificio risulti ormai essere un quotidiano appuntamento serale che puntualmente si ripete in alcune zone calde del quartiere, nel corso del mese di settembre si sono registrati alcuni episodi che hanno infastidito in modo particolare i tanti ponticellesi che disapprovano con fermezza quel macabro rituale.
Il primo fragoroso evento è quello festeggiato a inizio settembre in via Franciosa per festeggiare la nascita del secondo figlio di Vincenzo Casella.
Un concerto di Ida Rendano voluto festeggiare un compleanno, lo scorso 11 settembre, ha richiamato tantissime persone che, sprovviste di mascherina, si sono assembrate.
Schiamazzi, serenate e fuochi d’artificio hanno scaldato in diverse zone di Ponticelli anche la serata del 12 settembre, giorno in cui si celebra Santa Maria. Quindi celebrazioni in pompa magna volute per festeggiare l’onomastico di tutte le persone che portano il nome della Madonna, si sono registrate in svariati “punti caldi” del quartiere.
Una vera e propria riproduzione della festa dei fujenti della Madonna dell’arco è andata invece in scena nel Lotto 6 la sera del 13 settembre. Un omaggio-tributo alla Madonna, ma anche ai tanti defunti in memoria dei quali è stata erta una vistosa cappella nel cortile dello stesso rione, con tanto di banda musicale, stendardi e fujenti bardati a festa, malgrado le normative anti-covid abbiano annullato l’appuntamento con questa tradizione, così come accaduto per la festa dei gigli di Barra. Il covid frena le feste ufficiali, ma non quelle ufficiose e nei rioni popolari ci si attrezza alla meno peggio pur di non ridimensionare “i soliti rituali” con i quali si celebrano “le feste di cartello”.
La sera del 12 settembre, festeggiamenti eclatanti nel Lotto O per il compleanno di Domenico Amitrano. Una festa alla quale hanno partecipato tantissime persone provenienti anche da altre zone del quartiere. Un baccanale che in chiave camorristica assume perfino una connotazione ben precisa: il Lotto O è il bunker del clan attualmente egemone, quei De Luca Bossa che 30 anni fa misero la firma sull’omicidio di Luigi Amitrano, il cugino di Domenico, fedelissimo della cosca al comando di Ponticelli, malgrado quell’efferato omicidio. Una festa che consolida e rilancia una delle alleanze più chiacchierate e criticate della storia camorristica di Napoli est.
Il 19 settembre, giorno in cui si festeggia San Gennaro, patrono di Napoli, lunga carrellata di neomelodici si è alternata fino a notte fonda, ancora una volta, generando assembramenti di persone sprovviste di mascherina.