Continuano ad emergere dettagli agghiaccianti in relazione alla circostanze in cui è maturata la morte del giovane Willy Monteiro Duarte, il 21enne vittima di un brutale pestaggio nel comune laziale di Colleferro, nella notte tra il 5 e il 6 settembre.
I primi esiti dell’autopsia consegnano una verità atroce: al giovane sono state inferte delle percosse tanto violente da provocare la lesione degli organi interni, rendendo impossibile stabilire la causa esatta della morte.
I dati che emergono dalla relazione degli specialisti di Tor Vergata sulla violenza subita dal giovane nel pestaggio di Colleferro sono raccapriccianti: “Il cuore – si legge nel documento – aveva una lesione di sette centimetri”. Lesionati anche altri organi interni, come polmoni, milza e pancreas. I medici non escludono nemmeno l’ipotesi che nel pestaggio – ad opera dei fratelli Marco e Gabriele Bianchi, Mario Pincarelli e Francesco Belleggia – possano essere state utilizzate armi contundenti, come un bastone, una spranga o un tirapugni, come del resto gli indagati avevano già fatto in passato.
Willy è stato vittima “di un complesso traumatismo che si è realizzato con più azioni lesive”.
Proseguono le indagini volte ad identificare tutti i responsabili, a vario titolo, della morte del 21enne di Paliano. Nella giornata di venerdì 25 settembre sono stati ascoltati dal magistrato titolare dell’indagine, il sostituto procuratore Luigi Paoletti, altre tre persone. Il giovane che era alla guida dell’Audi in uso ai fratelli Bianchi e i due amici dei quattro aggressori che hanno contattato telefonicamente chiedendo man forte perchè coinvolti nella prima rissa nei pressi del pub ‘Due di Picche’, i fratelli Marco e Gabriele Bianchi, Mario Pincarelli e Francesco Belleggia. Il magistrato ed i carabinieri della compagnia di Colleferro contestano ai ragazzi finora rimasti fuori dalle indagini, il reato di ‘omissione di soccorso’. In pratica nessuno dei tre avrebbe aiutato Willy mentre era a terra agonizzante. Anzi sarebbero fuggiti, come fatto dagli aggressori poi arrestati, per evitare coinvolgimenti e conseguenze.