500 euro: questa la cifra imposta dalla criminalità organizzata di Ponticelli per l’acquisto di una “casa murata” nel Rione De Gasperi di Ponticelli.
Passano gli anni, cambiano gli interpreti, ma lo scenario resta immutato tra le rovine dell’ex roccaforte dei Sarno, dove nel periodo di massimo lustro del clan era il boss Ciro Sarno ad occuparsi della compravendita degli alloggi di edilizia popolare del rione e per questo soprannominato “‘o sindaco”.
Malgrado la tumulazione di porte e finestre degli appartamenti sgomberati, in vista dell’attesissimo piano di abbattimento, proprio al fine di evitarne l’occupazione coatta, i signori della camorra, armati di picconi ed irriverenza, stanno provvedendo a ripopolare quelle case.
Piuttosto abbordabile la cifra richiesta dalla criminalità organizzata per accaparrarsi una delle tante case dismesse del rione costruito con il piano Marshall per garantire un alloggio temporaneo ai tanti sfollati del secondo dopoguerra che da allora rivendicano il diritto alla casa, desiderosi di vedersi assegnare una casa Iacp. Un desiderio tramandato di padre in figlio, ma che nel corso degli anni ha visto il rione popolarsi di famiglie che in maniere del tutto arbitraria si appropriavano delle case, comprandole o occupandole con la forza. Una cifra modesta, in virtù dei diversi lavori di ristrutturazione da effettuare per rendere quelle fatiscenti mura quantomeno vivibili.
Il piano di abbattimento e riqualifica del Rione De Gasperi è stato avviato contestualmente a quello delle Vele di Scampia, ma che procede molto più a rilento tra le rovine del rione di Ponticelli.
Le immagini delle Vele che per decenni hanno ospitato la piazza di spaccio più grande d’Europa, ridotte ad un cumulo di polvere, hanno fatto il giro del mondo, consentendo ai tanti fan di “Gomorra” di riaggiornare l’immagine di Scampia. Di contro, tutt’altro scenario si rileva, invece, nel rione di Ponticelli, simbolo del potere dell’ex clan Sarno ed attualmente in balia delle piazze di droga. I riflettori accesi sul piano di riqualifica di Scampia hanno concorso a creare quel clima di isolamento ed abbandono nel quale per i clan attualmente operanti a Napoli est è stato fin troppo facile trovare terreno fertile.
Ancor più singolari, le modalità con le quali “le case murate” vengono assegnate alle nuove famiglie: dopo aver versato 500 euro nelle casse del clan, laddove la casa violata fosse in uno stato di inagibilità troppo compromesso, verranno mandate in frantumi la porta e le finestre di un altro alloggio, fino a quando non gli verrà corrisposta una casa che soddisfi le loro esigenze.
I cumuli di macerie delle case dimesse, restano lì. Spetta al buon senso delle famiglie costrette a vivere ancora negli “isolati fantasma” del De Gasperi, in quanto non aventi diritto ad un alloggio popolare, decidere se ripulire i palazzi da polvere e macerie, al fine di preservare una parvenza di vivibilità e decoro.
E non è tutto.
Alcune famiglie che hanno occupato con la forza le “case murate” del rione, si sono autodenunciate, ricevendo così la visita della polizia municipale che gli ha notificato l’ordine di sgombero che, però, non ha avuto alcun seguito. Quelle famiglie, infatti, vivono ormai da un anno negli appartamenti occupati in maniera coatta.
Se il piano di abbattimento degli isolati parzialmente sgomberati non è stato ancora portato a compimento, proprio in virtù della presenza di nuclei familiari sprovvisti dei requisiti utili per ambire ad un alloggio Iacp, quali saranno i provvedimenti ai quali andranno incontro le “nuove famiglie” che hanno occupato “le case murate”? In che modo le occupazioni coatte in corso rischiano di compromettere il piano di assegnazione ed abbattimento del De Gasperi di Ponticelli?
Questo clima di omertà e connivenza da parte degli organi preposti a ripristinare la legalità, rischia di generare un clima di pericoloso libero arbitrio che potrebbe indurre molte altre famiglie a caccia di un tetto ad agire allo stesso modo.
Una situazione che non si registra solo nel Rione De Gasperi.
Ben più clamorosa la situazione nel Parco Galeazzo, dove di recente il comune di Napoli ha messo il cappello su un piano di sgombero dei vecchi alloggi, provvedendo ad assegnare dei nuovi appartamenti di edilizia popolare. Non appena le famiglie aventi diritto alla casa hanno lasciato i loro vecchi alloggi, si è verificato l’immediato insediamento coatto di nuovi nuclei familiari, pronti ad accaparrarsi quelle case.
A riprova del controllo del territorio vantato dalla camorra, la compravendita delle “vecchie case” del Parco Galeazzo sarebbe stata avviata quando le famiglie uscenti vi abitavano ancora.
Il Comune di Napoli resta a guardare, malgrado le plurime segnalazioni pervenute a diversi esponenti dell’amministrazione de Magistris, unitamente all’accorato appello dei tanti aventi diritto alla casa che risiedono nel Rione De Gasperi e che si vedono ancora negare la gioia di metter piede in un alloggio degno di definirsi tale, solo perché non risiedono in uno degli isolati che rientra in quel piano di abbattimento che, di giorno in giorno, con l’accrescere delle occupazioni coatte, appare un progetto sempre più utopistico.