«Oggi Giancarlo rivive non solo attraverso il suo volto sorridente di giovane di 26 anni ma parla ai napoletani. Questo è il segnale che le cose si modificano ma ci vuole impegno, coraggio e perseveranza», questo il commento di Paolo Siani, fratello di Giancarlo, nel giorno del 35esimo anniversario dell’omicidio del giovane giornalista de “Il Mattino”, assassinato dalla camorra il 23 settembre del 1985.
Al fratello del cronista ucciso 35 anni fa e che lo scorso 19 settembre avrebbe compiuto 61 anni, oggi è stato consegnato il tesserino da giornalista professionista alla memoria di Giancarlo Siani.
Il tesserino di giornalista professionista è consegnato alla famiglia nel corso di un’iniziativa in programma al cinema Modernissimo alla presenza del presidente della Camera, Roberto Fico.
“Sono trascorsi trentacinque anni dal feroce assassinio di Giancarlo Siani, autore di coraggiosi articoli sulle attività criminali dei clan della camorra e sui loro conflitti interni. Siani fu ucciso proprio per il lavoro svolto, per l’onestà e l’intelligenza con cui onorava il diritto alla libera informazione, raccontando i delitti della malavita e le trame di chi ne tirava le fila” Afferma il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel messaggio inviato al presidente della fondazione Giancarlo Siani onlus, Gianmario Siani.
“Le organizzazioni camorristiche – prosegue il Capo dello Stato – non tollerarono che fosse svelato ciò che volevano restasse occulto: dagli affari illeciti alle complicità, alla violenza, che lasciava scie di morte: comprimevano libertà e opportunità in ogni campo della vita economica e sociale”.
“In questo giorno di memoria per Napoli e per l’intera comunità civile – dice ancora Mattarella – desidero esprimere a lei un sentimento di solidarietà e gratitudine per l’impegno civile che negli anni è stato promosso, a partire dal dolore di una ferita purtroppo insanabile”.
“Giancarlo Siani- continua- è stato testimone del miglior giornalismo: sarà sempre un esempio di coraggio e di professionalità per chi ha lavorato con lui e per chi intraprende, con idealità e passione, la strada del giornalismo. Il suo sacrificio resterà nella coscienza di tante persone oneste che si battono per contrastare l’illegalità e le mafie con gli strumenti della civiltà, della cultura, con il rispetto della verità e delle regole. Le condanne inferte ai killer e ai mandanti di Siani, al termine del percorso processuale, sono una prova ulteriore che le mafie possono essere sconfitte e che verranno certamente sconfitte”.