N4BS. Alias Not 4 Boys. Non per ragazzini. Non per fanciulli viziati, sgarbati, violenti, ciechi.
Qui si parla di amore, infanzia, music-biz, costume, futuro, solitudini. E lo si fa a chiare lettere.
Senza nessuna remora, scandalo o rancore. Così è il canto di DONIX, cantautrice e già clubber napoletana, che dopo una tenace militanza nel collettivo rap-hip hop La Pankina Crew e dopo aver affiancato ‘O Zulù, prima in sala di registrazione e poi in tour, oggi debutta da artista solista.
N4BS è il suo manifesto. Una release firmata Ammontone | Believe Digital pronta a penetrare i cuori e i polmoni di tutti a partire dal 16 settembre. Data ufficiale di pubblicazione di questo album lanciato nell’ultimo anno e mezzo da un poker di singoli – Flamenco, 2.13, In cerca di …, Solo per un po’ (Libera). Il disco è un concentrato delle passioni schizofreniche dell’artista: r’n’b’-soul-hip hop/pop-electro-dance. Grintosa autonomia e rigorosa scrittura animano i testi, al di là di ogni autocensura: “Quando ho iniziato il processo di composizione ho scelto di portare la me autentica in ogni brano. Me nelle mie diverse sfaccettature e esperienze di vita. È chiaro che a volte, quando si scrive, escano fuori sentimenti che non riusciamo ad ammettere neanche a noi stessi. In questo caso ho deciso di accettare anche quelle parti. O, forse, le ho proprio ricercate”.
“In N4BS – aggiunge DONIX – porto tutto il bagaglio umano e professionale. La Pankina Krew sono le mie radici, la mia genesi. Con loro ho realizzato due album, ho fatto i primi concerti su palchi importanti, imparando a lavorare in team. Con Zulù, a parte realizzare il sogno di collaborare con un mio mito da ragazzina, ho visto quanto lavoro e quanta fatica c’è dietro un tour. Da autrice, mi ha dato maggiore conferma che le parole hanno una potenza enorme. Anche soltanto una parola può cambiare tutto il senso. Come cantautrici abbiamo una grande responsabilità: non a caso gli unici feat. del disco sono Ivanò (la Pankina Krew) e ‘O Zulù (99Posse). La novità sta nello stile, nel sound più elettronico, nei contenuti”.
Napoletana purosangue e autrice di un album interamente in lingua italiana, eccezion fatta per micro-liriche nella lingua vesuviana: “Se escludiamo Giro in giro (napoletano/italiano) e Not 4 Boys (napoletano/italiano/inglese) l’album è quasi completamente in italiano. Nei miei lavori passati ho sempre alternato due lingue. In questo caso, da un lato c’era la sfida di far ‘suonare’ l’italiano nel segmento r’n’b-elettronica. Dall’altro lato c’è la volontà di essere comprensibili anche fuori dalla Campania e dal Sud Italia. La mia appartenenza alla periferia e alla città di Napoli la senti nei contenuti e anche quando canto o parlo in italiano il mio accento partenopeo è esplicito”.
Esplicita, altrettanto, è la copertina. Il soggetto-sorgente è DONIX, al centro di un cromatismo dinamico: “Il corpo è nudo, come a nudo è l’anima. Nelle canzoni del disco ci sono i miei sentimenti, la vita, le situazioni che mi hanno portato a essere ciò che sono oggi. Donna e cantautrice”. Il riassunto di questa prima collezione solista potrebbe essere incarnato da una stella di 5 canzoni: “Ogni brano ha una storia, un’ atmosfera e un sound a sé. Dovendo sceglierne cinque – ragiona DONIX – dico Stella di periferia, Not 4 Boys, Siriana, Tutta la notte e In cerca di … . Questo disco era già chiuso e completo prima che scoppiasse la pandemia COVID. Una sola è la canzone scritta nel lockdown: Spara. Racconta il momento sentimentale che vivevo, una relazione al capolinea e la speranza di recuperare quell’amore: ‘Del fuoco resta cenere‘”.