Migliaia di persone hanno raggiunto la zona del campo sportivo di Paliano per partecipare ai funerali di Willy Monteiro Duarte, il ragazzo di 21 anni morto dopo un pestaggio selvaggio a Colleferro, nella notte tra sabato 5 e domenica 6 settembre.
Familiari e amici indossavano maglie e camicie bianche, come la maggior parte dei partecipanti, compresi il premier Conte e il governatore del Lazio Zingaretti, per espressa richiesta della famiglia del giovane, come “segno di purezza e di gioventù” aveva riferito il sindaco di Paliano. Nel campo sportivo moltissimi ragazzi sulle sedie in plastica disposte sul manto erboso con maglie bianche e la scritta ‘Ciao Willy’. Nello stadio presenti anche numerosi sindaci della zona fra i quali i sindaci di Colleferro, quello di Paliano, Piglio, e Lariano e di tutta la provincia di Frosinone.
Oltre al premier Giuseppe Conte e il governatore del Lazio Nicola Zingaretti, anche la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese ha presenziato ai funerali. Tra i presenti anche l’ex calciatore della Roma, Bruno Conti che ha donato una maglietta firmata.
Grande commozione c’era stata anche alla camera ardente del policlinico di Tor Vergata da dove il feretro era partito. Il dolore di mamma Lucia: “Chiedo solo giustizia. L’hanno massacrato e io non l’ho protetto”. Poi un lungo applauso ha accolto l’ingresso del feretro di Willy nel campo di Paliano. Feretro accompagnato dalle lacrime di mamma Lucia, papà Armando e la sorella Milena. Subito dopo l’ingresso della bara, c’è stato un minuto di silenzio. Le offerte raccolte durante il funerale saranno devolute alla Caritas per espressam volontà della famiglia di Willy. E il governaore Zingaretti ha comunicato che una scuola alberghiera del territorio sarà intitolata a Willy.
Al termine della funzione, il feretro di Willy ha lasciato il campo sportivo accompagnato da un applauso commosso.
Il presidente Conte al termine del rito funebre ha confortato la famiglia di Willy. Commosso, si è avvicinato al padre, alla madre e alla sorella di Willy. Li ha abbracciati e ha detto: “L’Italia è con voi, vi vuole bene. L’Italia ama questa famiglia umile e operosa”. Il premier ha detto: “Questa vicenda efferata non va sottovalutata o minimizzata. Ci aspettiamo condanne certe e severe, una rigorosa esecuzione della pena”.
Il premier ha poi fatto un accenno all’imminente apertura dell’anno scolastico: “Sia anche l’anno scolastico dell’inclusione e contrasto al bullismo”. Prima di lasciare Paliano il premier si è soffermato con gli amici di Willy: “Chi ha visto vada a denunciare, che i coraggiosi sono loro non chi ha ucciso”.
“Ora bisogna solo far sentire alla famiglia la vicinanza di tutti e pretendere presto giustizia. La Regione pagherà e sosterrà la famiglia per le spese legali e uno degli istituti alberghieri della nostra regione sarà dedicato al nome di Willy”. Lo ha detto il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti presente ai funerali.
La procura di Velletri venerdì ha cambiato capo imputazione: i 4 ragazzi arrestati dovranno ora rispondere del gravissimo reato di omicidio volontario aggravato dai futili motivi, un reato punibile in ipotesi con l’ergastolo. A determinare il cambio, più grave, di ipotesi di reato (dall’originaria imputazione di omicidio premeditato) è stata la relazione che il medico legale Saverio Potenza ha consegnato al magistrato e nella quale si parla senza mezzi termini di “colpi assestati e non casuali”. Willy, insomma, è deceduto per i violentissimi colpi inferti dagli aggressori che hanno agito – è questa adesso l’ipotesi di chi indaga – con la consapevolezza di provocare lesioni mortali.
I fratelli Gabriele e Marco Bianchi, così come Mario Pincarelli, in carcere con l’accusa di omicidio volontario per la morte di Willy Monteiro Duarte, si trovano da una settimana in isolamento a Rebibbia e devono restare in celle singole altri sette giorni per via delle norme anti-Covid. I legali dei tre giovani hanno, però, chiesto di prolungare il periodo di isolamento. Il motivo è la paura di ritorsioni nei loro confronti da parte di altri detenuti.
Vista la risonanza mediatica sortita dal brutale omicidio di Willy anche in carcere, ai giudici e ai vertici del Dap (Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria) i legali dei tre hanno chiesto di tenere conto delle circostanze dell’arresto e dei rischi connessi, per tutelare l’incolumità dei loro assistiti “che hanno diritto a una giusta detenzione”.