Carmela D’Amico torna nel Rione Conocal di Ponticelli. Alla sorella dei boss Giuseppe ed Antonio, entrambi detenuti, e della defunta donna-boss Annunziata D’Amico, sono stati concessi gli arresti domiciliari.
La sorella della “passillona” – questo il soprannome di Annunziata D’Amico – torna nel rione-bunker del clan fondato dai suoi fratelli e poi ereditato proprio da Annunziata, in seguito all’arresto di entrambi. Proprio nel rione Conocal di Ponticelli, nell’ottobre del 2015, “la passillona” venne barbaramente uccisa in agguato di chiara matrice camorristica, nei pressi della sua abitazione, in via al chiaro di luna. La donna-boss, quel sabato mattina, si era recata al carcere di Caserta per tenere un colloquio con uno dei suoi figli. I killer la sorpresero quando fece rientro a casa. I sicari che a volto coperto si materializzarono in un lampo per giustiziare la donna come un vero boss, secondo gli inquirenti erano Antonio De Martino e Flavio Salzano. Il primo, attualmente detenuto e già condannato all’ergastolo per l’omicidio di Salvatore Solla, è stimato essere uno dei killer più spietati del clan De Micco, mentre Salzano pochi mesi dopo, ad agosto del 2016, andò incontro allo stesso destino della “passillona”: il suo cadavere crivellato da quattro colpi di pistola calibro 9 esplosi a bruciapelo alla testa fu ritrovato riverso in una Ford C Max, risultata rubata a giugno ad un cinese residente a San Giuseppe Vesuviano, parcheggiata in una strada isolata, alle porte del quartiere, in via Cupa San Michele.
Un omicidio, quella di Annunziata D’Amico, che sancì la fine della guerra tra il clan del Rione Conocal e i De Micco, decretando l’egemonia territoriale di questi ultimi.
A ridimensionare definitivamente le velleità del clan dei “frauella” – questo il soprannome del clan D’Amico – il maxi-blitz che a giugno del 2016 fece scattare le manette per più di 90 persone, tra le quali Carmela D’Amico.
Un’operazione giunta al culmine di serrate indagini che hanno consentito agli inquirenti di ricostruire l’attività del clan con base operativa nel Rione Conocal di Ponticelli, compreso il business delle dozzine di piazze di spaccio gestite proprio nel Conocal.
Le manette sarebbero scattate anche per Annunziata D’Amico, se la giustizia fosse riuscita ad anticipare i sicari del clan De Micco che uccisero la donna 8 mesi prima del blitz.
A Carmela D’Amico sono stati concessi i domiciliari dopo 4 anni di detenzione. L’estate scorsa, la donna è stata condannata a 6 anni e 8 mesi di reclusione per traffico di droga con l’aggravante mafiosa. Scontata più della metà della pena dietro le sbarre, Carmela D’Amico attenderà l’esito dell’Appello ai domiciliari.