Sono stati ritrovati i resti dei cadaveri di tre vittime di lupara bianca: si tratta del boss Francesco Russo, di suo figlio Ciro, e dell’autista e guardaspalle Vincenzo Moscatelli.
I resti sono stati trovati seppelliti in un appezzamento di terreno a poca distanza dalla Circumvallazione di Mugnano, in provincia di Napoli. Si tratta di tre vittime di lupara bianca, uccisi e poi fatti scomparire a marzo del 2009 nell’ambito di uno scontro armato tra clan a nord di Napoli per il controllo dello spaccio di sostanze stupefacenti.
Il ritrovamento è frutto di indagini difensive condotte dall’avvocato Luigi Senese, legale del boss Carmine Amato e Francesco Biancolella, attualmente detenuti e accusati da alcuni collaboratori di giustizia di essere gli esecutori del triplice omicidio. I tre sono stati riconosciuti anche attraverso un braccialetto trovato al polso di una vittima.
I tre vennero assassinati nell’ambito di una violenta faida tra i clan di Napoli Nord, scoppiata per il controllo dello spaccio delle sostanze stupefacenti. Attirati in trappola, furono assassinati per un ‘piacere’ che il clan Amato-Pagano aveva voluto fare alla cosca dei Lo Russo. A fare il nome di Amato e Biancolella, che si dichiara innocente, era stato il pentito Carmine Cerrato, cognato del boss scissionista Cesare Pagano, che nel 2014 raccontò di aver sotterrato i cadaveri con l’aiuto del condannato in un appezzamento di terreno a Mugnano di Napoli. I corpi non furono trovati e si suppose che fossero stati spostati perché Cerrato aveva deciso di pentirsi. Quanto emerso nelle ultime ore, invece, ha consentito di scoprire che si trovavano in un terreno poco distante, a trecento metri dal luogo indicato.
Decisivo per il ritrovamento dei resti il lavoro dell’avvocato Luigi Senese, difensore di Carmine Amato e Francesco Biancolella.
“Un’indagine difensiva che ho svolto in prima persona da tanti anni – ha dichiarato il penalista alle agenzie di stampa – da marzo 2014 quando un pentito, Carmine Cerrato, aveva dichiarato di sapere dove fossero seppelliti i cadaveri. Nel 2015 la Distrettuale Antimafia si attivò, procedette allo scavo, ma non trovò nulla. Il pentito dichiarò che i cadaveri fossero stati spostati. Da quel giorno decisi di scavare personalmente, di occuparmene per fare luce sull’accaduto, naturalmente comunicando sempre tutto alla Procura. Il mio cliente, Francesco Biancolella, si è sempre dichiarato innocente, mentre Carmine Amato, altro mio assistito, ha confessato l’omicidio, ma mai lo spostamento dei tre cadaveri – ha spiegato l’avvocato Senese – Ho iniziato questi nuovi scavi che, per un mese, non hanno portato a nulla. Le ruspe sono arrivate a 1500 metri di profondità. Poi abbiamo deciso di cercare in un’altra zona. 4 giorni fa la svolta: i resti sono stati ritrovati e appartengono proprio a Francesco e Ciro Russo e al loro autista Vincenzo Moscatelli”.
I due imputati per questi omicidi, Francesco Biancolella e Carmine Amato sono attesi in Corte di Assise Appello per il processo di secondo grado.