Curva epidemiologica in aumento in Italia per effetto della progressiva impennata del numero dei contagi da covid-19 registrato negli ultimi giorni. Il rapporto tra il numero di tamponi effettuati e il numero di contagiati è salito all’1,7% e il numero di nuovi casi settimanali è aumentato del 130% in poco meno di un mese e mezzo.
Molti dei casi registrati nelle ultime settimane sono legati a turisti che, tornati dall’estero, ammettono di non aver rispettato alle lettera le indicazioni per evitare la diffusione dei contagi. Per questo motivo, il ministero della Salute ha disposto che i turisti che tornano dai Paesi maggiormente a rischio (Grecia e Spagna, ma probabilmente alla lista verranno aggiunte anche Croazia e Malta già dalle prossime ore) verranno sottoposti a dei test rapidi che dovrebbero restituire un responso nel giro di 15 minuti. Se i viaggiatori dovessero risultare positivi, verranno messe in atto tutte le misure di contenimento e tracciamento poste solitamente in essere con i contagiati sottoposti a tampone.
Nella comunicazione, il dicastero diretto da Roberto Speranza fornisce dettagli su come si svolgeranno le operazioni per il test rapido Covid e quali saranno le contromisure adottate in caso di positività. All’arrivo in aeroporto (ma, probabilmente, la misura verrà estesa anche ai porti e alle stazioni ferroviarie con collegamenti con i Paesi a rischio), i viaggiatori saranno sottoposti al prelievo della saliva. Il tampone effettuato verrà sottoposto immediatamente a un test molecolare che, in massimo 15 minuti restituirà il risultato sulla positività o negatività.
Nel caso in cui il test dovesse restituire responso positivo le autorità sanitarie metteranno in atto tutte le misure di contenimento solitamente utilizzate per chi risulta positivo al tampone. I positivi verranno messi immediatamente in quarantena, mentre le autorità si occuperanno di risalire a tutti i contatti che il contagiato ha avuto nel corso delle ultime settimane. Terminato lo “screening”, i contatti verranno a loro volta sottoposti a tampone per verificare la positività o meno alla malattia.
C’è chi fa notare, però, che la metodologia dei test rapidi non è sempre affidabile. Secondo i dati più aggiornati a disposizione, infatti, l’attendibilità dei risultati si attesta attorno al 60-70%: in due casi su cinque, dunque, il responso del test rapido Covid potrebbe essere errato. Un “rischio” comunque controllato, che il ministero della Salute intende comunque correre: questa metodologia, infatti, permetterà di ridurre la catena dei contatti dei soggetti che risulteranno effettivamente contagiati, arginando così la diffusione del virus.