La restituzione del 20% del conto pagato in ristoranti e trattorie, ma anche per effettuare altri acquisti. È questa una delle misure previste nel decreto agosto, oramai in dirittura d’arrivo, che dovrebbe incentivare i consumi in uno dei settori più colpiti dal lockdown e che ancora oggi risentefortemente delle misure di contenimento del Coronavirus, quello della ristorazione.
Una spinta ai consumi da almeno due miliardi, con un bonus legato ad alcune tipologie di spese con carte e bancomat fatte da qui alla fine dell’anno. È questo il progetto del governo da lanciare con il decreto di agosto, che sarà varato in settimana.
L’intento da perseguire è agevolare fiscalmente una spesa fino a 5mila euro: non per tutti, naturalmente, e non per tutto. Oltre ai consumi in bar e ristoranti si starebbe valutando di incentivare con uno sconto a carico dello Stato gli acquisti di abbigliamento o elettrodomestici, tra i settori più in sofferenza. Ancora da stabilire anche il meccanismo di sconto, se attraverso una card o con rimborsi direttamente ai contribuenti.
Restano da definire, inoltre, i tempi del rimborso – entro la fine del mese di pagamento o tutto a fine dicembre – e le modalità con l’ipotesi di restituzione direttamente sul conto corrente o, come seconda opzione, scaricando una App. Il costo complessivo della misura dovrebbe attestarsi intorno al miliardo di euro. L’idea dell’esecutivo è duplice: favorire la ripresa del settore della ristorazione e, al contempo, incentivare l’utilizzo dei pagamenti elettronici riuscendo a tracciare le transazioni così da rafforzare le misure anti-evasione.
La misura è molto simile a quella adottata dal governo britannico, dove se consumi in bar e ristoranti lo fai a metà prezzo e la restante parte la rimborsa il governo entro 5 giorni dal pagamento. Il sistema funziona dal lunedì al mercoledì e fa parte del programma “Eat out to help out” ma, oltre ai tempi di pagamento, c’è un’altra differenza non di poco conto rispetto a quanto presentato in Italia; nel Regno unito il cashless è diffuso da sempre mentre in Italia non piace alle associazioni di categoria l’obbligo dei pagamenti attraverso carte di credito, di debito o prepagate, a causa dei tassi ritenuti troppo elevati ma che, ad oggi, resta una condizione obbligatoria per poter accedere al bonus.