La grande festa dedicata all’incenso si tiene a Salalah, a settembre, dove aveva origine in tempi antichissimi la via dell’incenso. Un’antica rotta che parte dalla capitale del Dhofar, e attraversa i maestosi deserti omaniti e le sue imponenti montagne, caratterizzata dal commercio di una resina speciale che dopo l’estrazione e la lavorazione dà vita all’incenso, conosciuto anche come oliban. Questa lunga arteria è stata un importante punto di incontro e scambio di cultura e scienza per paesi lontani e diversi tra loro come Europa, Africa, India e Asia.
Il Sultanato dell’Oman è una terra ricca di bellezze, di paesaggi incontaminati, di autentica ospitalità ma anche scrigno di una cultura antichissima dove la preservazione delle tradizioni va di pari passo con l’apertura verso il futuro. Proprio in questo luogo di incontri e scambi commerciali tra Oriente ed Occidente, fin dall’antichità si produce e si vende l’incenso che si ricava da un arbusto chiamato Boswellia Sacra.
Il Boswellia Sacra cresce negli altipiani desertici di Wadi Dawkah nei pressi di Rekyhut, al confine con lo Yemen. Nei mesi di maggio e giugno i Jabali, i beduini di montagna, estraggono la resina e la lasciano essiccare e cristallizzare per tutta l’estate. La produzione viene poi raccolta a Sumhurum, città nella quale, secondo la leggenda, viveva la Regina di Saba e da cui partivano tutte le spedizioni dirette al Mediterraneo. Le rovine di Sumhurum, risalenti al I secolo a.C., si trovano sulla costa orientale di Salalah, nei pressi di Khor Rori, un bellissimo fiordo desertico. L’incenso viene poi venduto a partire da settembre nel grande mercato di Salalah, esclusivamente dedicato a questa resina e all’olio essenziale che se ne ricava.
A Salalah, inoltre, si celebra l’antica resina nel Museo dell’Incenso Al Baleed, dove è possibile ammirare e scoprire le rotte marittime dell’Oceano Indiano e le ricostruzioni delle imbarcazioni che attraversavano la Via dell’Incenso, ma anche e soprattutto conoscere le proprietà tonificanti, ricostituenti e antinfiammatorie dell’incenso omanita. Il valore storico e culturale di questo territorio ha avuto un riconoscimento anche da parte dell’UNESCO che, nel 2000, ha inserito nella Lista del Patrimonio Mondiale dell’Umanità quattro siti della “Via dell’Incenso”: gli alberi di incenso di Wadi Dawkah, le rovine dell’oasi carovaniera di Shisr, la laguna di Khor Rori e il porto di Sumhurum, e il sito archeologico di Al Baleed. Oltre a questi quattro siti, l’UNESCO protegge come patrimonio dell’Umanità anche: il sito archeologico di Bat, Al Khutm e Al Ayn, il forte di Bahla e la sua oasi ed infine gli antichi sistemi di irrigazione Aflaj.