Non si placano gli episodi di violenza ai danni dei giornalisti a Napoli: ai 4 fotoreporter aggrediti negli ultimi giorni, si aggiungono altri due casi, avvenuti nella stessa giornata, ma in circostanze diverse.
Emanuela Vernetti, giornalista dell’Aria che tira, stava documentando la situazione della movida napoletana ed è stata costretta, a più riprese, ad allontanarsi dai luoghi dove stava intervistando delle persone. Nino Pannella, giornalista del Roma, è stato raggiunto fin sotto casa da un pregiudicato citato in un suo articolo, che gli ha intimato in malo modo di non scrivere più di lui.
Il Sindacato dei giornalisti esprime solidarietà ai colleghi Emanuela Vernetti e Nino Pannella, minacciati nella stessa giornata in due diverse situazioni. «La collega dell’Aria che tira – spiegano Fnsi e Sugc – stava documentando la situazione della movida nei vicoli del centro storico lunedì sera e, a più riprese, è stata costretta ad allontanarsi dai luoghi dove stava intervistando delle persone. Prima nei pressi di piazzetta Nilo (dove era stato minacciato il fotoreporter del Mattino Sergio Siano), dove le hanno anche intimato di cancellare le immagini, e poi in via San Sebastiano dove è stata minacciata da un gruppo di giovani e, addirittura, inseguita da uno di questi. Tanto che ha dovuto cercare protezione presso una camionetta dell’Esercito che si trovava nella vicina piazza Bellini».
Nino Pannella, aggiunge il sindacato, «invece è stato raggiunto fin sotto casa da un pregiudicato citato in un suo articolo pubblicato sul Roma, che gli ha intimato in malo modo di non scrivere più di lui. L’episodio è stato denunciato alla Procura che ha acquisito anche i filmati delle telecamere di videosorveglianza. Sono episodi che evidenziano come i giornalisti stiano diventando sempre più bersaglio. Per l’emergenza Covid-19 sono ben 5 gli episodi di minacce in pochi giorni che hanno coinvolto professionisti di lungo corso. È evidente – concludono Fnsi e Sugc – che vanno trovate soluzioni. Scriveremo all’Osservatorio sui cronisti minacciati del ministero dell’Interno per chiedere un incontro sull’emergenza».
La Federazione nazionale della Stampa italiana e l’Associazione della Stampa di Puglia esprimono solidarietà al giornalista Giuseppe Di Tommaso e al suo operatore, aggrediti mentre stavano realizzando un servizio sugli assembramenti sul lungomare di Bari per la trasmissione Rai ‘La vita in diretta’. «Se tu mi riprendi ancora butto a mare te e il tizio con la telecamera. Non devi fare così», minaccia una persona che con la mano copre e abbassa l’obiettivo.
«Un episodio inaccettabile. Purtroppo non l’unico in questi giorni successivi al lockdown che vedono, come sempre, in prima linea le giornaliste e i giornalisti italiani impegnati a raccontare ai cittadini cosa accade nelle loro città. Un diritto e un dovere, vale la pena ricordarlo, essenziale al funzionamento stesso della democrazia, già provata da questi mesi di libertà limitate per via dell’emergenza sanitaria», commentano Fnsi e Assostampa Puglia.
«Chiediamo alle istituzioni e alle forze dell’ordine – conclude il sindacato – di garantire ai cronisti, in tutta Italia, di poter lavorare in condizioni di sicurezza e di tutelarne l’incolumità. È inammissibile che, come raccontato dallo stesso Di Tommaso, chi sta svolgendo semplicemente il proprio lavoro debba essere addirittura preso a calci, come accaduto all’operatore, o strattonato, come denuncia il giornalista».