Dalle prime luci dell’alba i Carabinieri del Comando Provinciale di Napoli stanno eseguendo due provvedimenti emessi dai GIP dei Tribunali di Napoli e Torre Annunziata.
Il primo, eseguito a Marano sotto il coordinamento della DDA di Napoli, ha portato all’arresto di 16 persone contigue al Clan “Polverino”, gravemente indiziate dei delitti di associazione per delinquere finalizzata al traffico di Stupefacenti e all’intestazione fittizia di beni, aggravati dal metodo mafioso.
A Torre Annunziata, invece, sotto il coordinamento della Procura oplontina, sono 19 le persone arrestate e 2 colpite dalla misura dell’obbligo di dimora per i reati di detenzione di stupefacenti a fini di spaccio, sostituzione di persona, estorsione, porto abusivo di armi e falsità ideologica commessa dal privato.
I Carabinieri della Compagnia di Torre Annunziata hanno dato oggi esecuzione a Torre Annunziata (NA), Boscoreale (NA),Boscotrecase (NA) ed in altre parti della Regione Campania e del territorio nazionale, ad un’ordinanza cautelare emessa dal Gip di Torre Annunziata, su richiesta della Procura della Repubblica di Torre Annunziata, nei confronti di 21 soggetti per i reati di spaccio e detenzione illegale di sostanze stupefacenti. Più in particolare, è stata disposta: la misura della custodia cautelare in carcere nei confronti di 17 persone; la misura degli arresti domiciliari a carico di 2 soggetti; quella del divieto di dimora nel comune di residenza nei confronti di 2 indagati.
L’indagine, avviata nel novembre 2017, ha permesso di documentare una reiterata attività di spaccio di sostanze stupefacenti, con oltre 70 episodi di cessione e spaccio puntualmente ricostruiti.
Nel corso delle indagini, a riscontro delle attività di intercettazione poste in essere, sono stati rinvenuti e sequestrati in più occasioni quantitativi di droga per un volume complessivo di circa 25 kg di marijuana e gr. 420,00 di cocaina.
E’ stato accertato che la maggior parte degli indagati era solita eludere i controlli delle forze di polizia, nell’ambito delle attività illecite dagli stessi svolte, formando e facendo formare carte di identità e passaporti di soggetti stranieri contraffatti nella parte indicante i dati riferiti all’intestatario degli stessi ovvero nella parte relativa ai dati indicante la data e il luogo di rilascio del documento, utilizzando nel contesto delle attivazioni di sim card telefoniche.
Nelle prime ore della mattinata odierna, all’esito di un’articolata indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Napoli – Direzione Distrettuale Antimafia, i Carabinieri del Nucleo Investigativo di Napoli hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal GIP del Tribunale di Napoli, nei confronti di 16 soggetti per associazione di tipo mafioso, associazione finalizzata al traffico di sostanza stupefacenti, intestazione fittizia di beni ed altro, in quanto ritenuti appartenenti al clan Polverino, da oltre un trentennio operante nella zona di Marano di Napoli, Quarto e comuni limitrofi.
L’operazione si inquadra in una più ampia strategia di contrasto posta in essere dalla Procura della Repubblica di Napoli e dal Comando Provinciale dei Carabinieri che ha portato all’esecuzione di un provvedimento cautelare, il 2 maggio 2011, nei confronti di 57 persone ed all’arresto, il 4 giugno 2013, di altri 69 affiliati e che hanno portato a pesantissime condanne, divenute ormai definitive, comminate a capi e gregari del clan. Fine pena mai per il capo clan Giuseppe Polverino e per cinque fedelissimi: Giuseppe Simioli, Salvatore Cammarota, Claudio De Biase, Salvatore Liccardi e Salvatore Simioli.
Il provvedimento cautelare odierno è stato notificato alla “frangia” rimasta fedele a Giuseppe Polverino che, dopo la decimazione del clan è entrato in guerra con il clan Orlando. Le indagini, svolte dal 2014 al 2017, hanno consentito di raccogliere – a carico degli odierni arrestati – indizi di reità in ordine alla loro partecipazione alle dinamiche criminali nell’area maranese.
Tra gli indagati figurano Vincenzo Polverino, reggente dell’organizzazione, e Michele Marchesano, con compiti di gestione dell’immenso patrimonio immobiliare del clan, rispettivamente cugino e cognato del boss Giuseppe Polverino, figure apicali attorno alle quali si sono aggregati i fedelissimi del barone.
Ed ancora, tra i soggetti indagati figurano Ciro Cappuccio e Armando Del Core, entrambi condannati in via definitiva all’ergastolo in qualità di esecutori materiali dell’omicidio di Giancarlo Siani, il cronista de “Il Mattino” trucidato la sera del 23 settembre 1985. In considerazione dello status detentivo,Cappuccio e Del Core non figurano tra i destinatari dell’odierno provvedimento cautelare, benché a loro carico siano stati raccolti idonei elementi d’accusa in ordine alla trentennale affiliazione al clan Nuvoletta. Al riguardo è stato accertato che i Nuvoletta prima, e ad oggi i Polverino e gli Orlando, hanno provveduto al sostentamento economico delle famiglie dei due killer che non hanno mai rescisso il loro vincolo criminale.
Nel corso dell’operazione è stata data esecuzione al sequestro preventivo di due attività commerciali, un bar ed centro scommesse a Marano di Napoli, del valore complessivo di 500.000 euro, intestati ad un prestanome ma di fatto riconducibili ad un affiliato del clan.