Terminati i 14 giorni di quarantena obbligatoria, Silvia Romano è uscita di casa ieri, lunedì 25 maggio, per la prima volta da quando è rientrata in Italia, dopo il rapimento durato 18 mesi.
Una seduta in un centro estetico è stato il primo assaggio di normalità per Silvia Aisha Romano che, tornata a casa dopo essere stata un anno e mezzo sotto sequestro, ha dovuto aspettare altri 14 giorni di isolamento per le misure anti-coronavirus per essere di nuovo completamente libera di uscire.
E, terminata la quarantena, la giovane milanese finita al centro di aspre polemiche per la sua scelta di convertirsi all’Islam, ha scelto di concedersi un po’ di relax e un trattamento di bellezza. Le dipendenti del centro benessere in cui si è recata Silvia hanno lasciato passare la ragazza e sua mamma da un’uscita secondaria, nel tentativo vano di evitare gli obiettivi di telecamere e macchine fotografiche. Tantissimi i giornalisti e i fotografi che hanno accompagnato la giovane e sua madre nel corso della sua prima uscita. Visibilmente infastidita, Francesca Fumagalli ha dato una manata sulla macchina fotografica di un fotoreporter che stava scattando e si è fatto male al naso. Mentre Silvia è salita a bordo del taxi e dal finestrino si è rivolta a una telecamera: “Il rispetto non sapete cos’è, vero?”.
L’ora abbondante trascorsa al ‘Salotto del benessere’, è servita a riassaggiare la quotidianità, anche se è una normalità decisamente diversa da quella che Silvia Romano, 25 anni a settembre, ha lasciato quando a 23 è partita per l’Africa con una onlus: il sequestro nel novembre 2018 in un centro commerciale in Kenya, la lunga prigionia ostaggio del gruppo terroristico islamista Al Shabaab, fino all’agognato ritorno a casa, con il velo a coprire il capo, una nuova fede, l’Islam, un nuovo nome, Aisha, che ha scelto anche per la nuova pagina Facebook, l’unico posto dove finora ha scelto di parlare fuori dall’ambiente domestico.
Sui social ha anche potuto leggere una valanga di insulti e critiche, anche per la conversione, oltre ad una serie di minacce, poco rasserenanti (come l’episodio del lancio di una bottiglia contro il suo palazzo pochi giorni dopo il rientro), al centro delle indagini del dipartimento antiterrorismo guidato dal pm Alberto Nobili e dei carabinieri del Ros. Rispetto ai primi giorni, la sorveglianza mobile delle forze dell’ordine davanti al palazzo è meno serrata. La famiglia invece le fa sempre scudo. La madre, Francesca Fumagalli, mal sopporta vedere sotto casa giornalisti, fotografi e operatori tv, che dopo i primi giorni sono tornati per filmare la sua prima uscita dopo la quarantena.