Hanno commosso e straziato l’intera nazione le immagini del funerale di Pasquale Apicella, il poliziotto ucciso a Calata Capodichino a Napoli lo scorso 26 aprile, mentre insieme ai colleghi aveva formato un posto di blocco per fermare la fuga i due ladri di etnia rom che avevano saccheggiato un bancomat.
Pasquale Apicella, che il 13 aprile scorso aveva compiuto 37 anni, dopo aver prestato servizio a Milano e Scampia, lavorava al commissariato di Secondigliano, era sposato con Giuliana, 32 anni casalinga e aveva un bambino di 6 anni e una bimba di 3 mesi, il più grande da tempo in cura all’ospedale Bambino Gesù. In Polizia di Stato dal 2014, era un ex militare. In forza al commissariato Secondigliano, viveva a Marano in provincia di Napoli con i suoceri.
Il dolore della moglie, abbracciata al feretro coperto dal tricolore durante l’ultimo saluto, ha toccato particolarmente l’opinione pubblica.
A meno di un mese di distanza dall’incidente in cui ha perso la vita suo marito, Giuliana ha pubblicato un post molto toccante su facebook in cui lancia un appello chiaro: “Ai miei amici di Facebook che stanno condividendo il nostro dolore – si legge nel post – vi chiedo un aiuto a condividere queste mie parole affinché arrivino al cuore di chi farà giustizia per l’amore nostro.
Che si possano calare nei panni della moglie che non avrà più una spalla forte e il suo compagno di vita.
Che si possano calare nei panni di un bambino di 6 anni che dice dov’è babbo,quel babbo che purtroppo noi non possiamo più dargli.
In una bimba di appena 4 mesi che non conoscerà il suo babbo e il cuore grande che aveva ma gli rimarranno solo delle foto.
Che si calino nei panni dei nostri genitori che l’hanno cresciuto con tanto amore e sacrifici e sono bastati pochi secondi per portarglielo via per sempre.
Che si calino in noi le sue sorelle che non abbiamo più quel fratello MASCHIO che è sempre li pronto a proteggerti,e questa volta noi non abbiamo potuto far niente per proteggerlo.
Vi prego mettetevi nei miei panni che non avrei mai pensato che ai miei 29 anni ho dovuto dargli l’ultimo bacio in un obitorio lì disteso che ha dato la sua vita per la giustizia e per far rispettare la legge.
Vi prego fate in modo che il suo sacrificio non sia dimenticato e non sia stato invano per tutti noi e quelli che come mio fratello hanno creduto nella giustizia.
Per noi nulla tornerà più come prima e questi sorrisi li hanno spenti non fateci morire per la seconda volta.
VI PREGO.”