«È una fase delicata e non possiamo sbagliare, per questo vi chiedo spirito di collaborazione istituzionale, da parte del governo c’è la disponibilità a concedere alle regioni di procedere alle riaperture con propri protocolli. Ma dovete assumervi la responsabilità che sarà una ripresa in sicurezza». Con queste parole il premier Giuseppe Conte ufficializza il via libera che i governatori attendevano per adattare le normative anti-contagio alle esigenze dettate dal contesto.
Tuttavia, come annunciato, a dettare la cornice del secondo step della fase 2 è il decreto legge che a sua volta rimanda a un Dpcm per i dettagli.
Da lunedì 18 maggio non sarà più necessaria l’autocertificazione per uscire di casa, salvo che non si debbano varcare i confini della propria regione. Cosa possibile solo a partire dal 3 giugno. E dalla stessa data sarà possibile entrare in Italia dai paesi Ue dell’aera Schengen, compresi Svizzera e Monaco, senza l’obbligo della quarantena di 14 giorni. Una boccata d’ossigeno per il settore turistico. Il pressing dei governatori su Conte ha poi fatto saltare la parte del decreto che lasciava si alle regioni la possibilità di riaprire sulla base di propri protocolli, ma «nel rispetto delle linee guida nazionali».
Gli spostamenti tra regioni saranno infatti regolati “secondo principi di adeguatezza e proporzionalità al rischio epidemiologico effettivamente presente in dette aree”. Tradotto: sarà probabilmente possibile spostarsi anche fuori regione, ma le aree più a rischio resteranno isolate.
Allo stesso modo nel decreto si anticipa la possibilità di riaprire le frontiere. Gli stessi principi per la ripresa degli spostamenti tra regioni italiane saranno applicati anche alle decisioni sugli spostamenti da e per l’estero a partire dal 3 giugno 2020. Al momento si parla soprattutto di Unione europea e Area Schengen, di cui fanno parte 22 dei 27 paesi Ue (tranne Irlanda, Cipro, Croazia, Romania e Bulgaria) più Islanda, Norvegia, Svizzera e Liechtenstein.
In particolare, dal 3 giugno gli spostamenti da e per l’estero “potranno essere limitati solo con provvedimenti statali anche in relazione a specifici Stati e territori, secondo principi di adeguatezza e proporzionalità al rischio epidemiologico e nel rispetto dei vincoli derivanti dall’ordinamento dell’Unione europea e degli obblighi internazionali”.
Ok alle visite agli amici. Da lunedì 18 maggio, anche gli incontri tra persone torneranno a essere liberi e dunque si potranno vedere gli amici e non più solo i congiunti. Resta il divieto di assembramenti. Le nuove regole non fissano un limite al numero di persone che possono incontrarsi, ma si dovrà sempre evitare la concentrazione eccessiva di persone nello stesso posto. Anche durante questi incontri, sia all’aperto che al chiuso, resta l’obbligo di mascherina e di distanza interpersonale.
Lunedì 18 maggio riaprono barbieri, parrucchieri ed estetiste. La linea che finora ha prevalso vuole dare alle Regioni l’autonomia di decidere da sole quando ripartire, stabilendo date differenziate a seconda della situazione dei contagi da coronavirus sul territorio. Certa la riapertura dei negozi il 18 maggio, come quelli di abbigliamento e i centri commerciali, si discute invece su bar e ristoranti, per i quali l’Inail ha diffuso le prime linee guida. Via libera poi a biblioteche e musei.
Ripartono le sante messe da lunedì 18 maggio con un protocollo di sicurezza con le nuove regole, come ad esempio funzioni a numero chiuso, mascherina obbligatoria per i fedeli, sanificazione dei locali.