Far ripartire l’imprenditoria e il settore terziario minimizzando il rischio contagio da covid-19 per lavoratori e società: si sintetizza così l’obiettivo che si ripropone di perseguire il progetto che porta la firma di un gruppo di giovani napoletani che mira a ridurre ai minimi termini il rischio di contagio da coronavirus.
Un progetto che si articola su 4 punti cruciali: la creazione di box sterilizzatori a monte e a valle della catena di distribuzione, l’installazione di un processo di sterilizzazione in ascensori domiciliari, l’installazione di minibox sterilizzanti domestici per mascherine e altri oggetti e soprattutto la conversione del flusso sociale in operazione sterilizzante passiva, ovvero, dei guanti che fungono da agenti disinfettanti, sterilizzando tutto quello che tocchiamo.
Idee innovative e preziose che potrebbero definitivamente chiudere a favore della popolazione la temibile guerra ancora in corso contro il covid-19. A capo dell’ambizioso progetto non troviamo un pool di scienziati, ma un giornalista, un biologo ed un ingegnere.
Achille Petti, giornalista esperto di scienze e biotecnologie, seppur laureato in scienze politiche, vanta altre prestigiose collaborazioni in ambito medico che gli hanno permesso di sviluppare questa preziosissima intuizione che è già stata concretizzata, grazie al supporto di un ingegnere e un biologo.
Un kit capace di eludere il coronavirus utilizzando i raggi ultravioletti: una tecnica sperimentata da un gruppo di ricercatori delle sedi di Brera, Merate e Padova dell’Istituto nazionale di astrofisica, in collaborazione con il Dipartimento di fisiopatologia medico-chirurgica e trapianti dell’Università di Milano. La luce ultravioletta risulta particolarmente efficace nell’inattivare i virus e quindi disattivare la molecola del Covid-19.
Nelle varie soluzioni presentate dai giovani napoletani per sanificare oggetti ed ambienti dal covid-19, il processo di sterilizzazione avviene attraverso lampade di nuova generazione FAR-UVC dal dr. David J. Brenner del Radiological Research del Columbia University Irving Medical Center (CUIMC).
Le lampade poste all’interno della cabina dell’ascensore, ad esempio, si attiveranno al momento della partenza e si disattiveranno giunti al piano, sanificando in sicurezza sia la cabina che lo stesso occupante.
Un vero e proprio kit, economico e facilmente componibile, destinato alla sterilizzazione dei prodotti all’inizio e alla fine dell ciclo produttivo e durante il trasporto.
La sterilizzazione del prodotto domiciliare, invece, è affidata ad un kit composto da un “cartone”, unitamente ad un dispositivo addetto al rilascio dei raggi Uv, nel quale riporre i prodotti al momento della ricezione domiciliare: mascherine, cellulari, chiavi, e prodotti edibili, una volta passati nel kit, nel giro di 30 secondi, diverranno sterilizzati e sicuri. In uno stabile del quartiere Vomero il kit è già in funzione un box e utilizzato per igienizzare posta e mascherine.
In fase di studio e progettazione i guanti elettrostatici disinfettanti/sterilizzanti che daranno il via al processo di sterilizzazione sociale topica, trasformando la popolazione da veicoli di trasmissione ad agenti disinfettanti.
Seguendo calcoli logaritmici escludendo la trasmissione droplets, il contatto risulta essere responsabile delle restanti trasmissioni, nello specifico i punti di contatto maggiormente usati e quindi potenziali strumenti di veicolo virale risultano essere maggiormente, corrimano, carrelli della spesa, pulsantiere e strumentazione delle stazioni di rifornimento, sostanzialmente i punti suscettibili di contatto manuale. E allo studio quindi un tipologia di guanti che permetta di ottenere una continua sterilizzazione dei punti dove naturalmente la popolazione entra in contatto, generando cosi un effetto di sterilizzazione sociale attiva.