“Da pochi giorni è nata la Segreteria Provinciale LeS (Libertà e Sicurezza Polizia di Stato) di Caserta composta da Antonio Porto, Vincenzo De Matteis, Marco Irace e Massimo Cipro, amici prima ancora che colleghi di comprovata esperienza, che hanno scelto di combattere al nostro fianco per un modello di Polizia che meritiamo”.
Ne dà la notizia il Segretario Nazionale di LeS, Giovanni Iacoi, che così prosegue: “la nuova segreteria si è messa subito al lavoro, presentando al Questore una serie di punti che evidenziano alcune criticità lavorative. L’incontro con il sig. Questore è avvenuto solo per via telematica, vista l’attuale situazione pandemica”.
Con l’occasione, rivolgiamo qualche domanda ad Antonio Porto, neo segretario provinciale di Caserta.
D.: Sappiamo che è tornato da poco da Napoli, dopo aver portato il saluto della sua organizzazione sindacale al collega Pasquale Apicella rimasto ucciso in servizio nello scontro con alcuni malviventi che avevano tentato poco prima un furto. Immagino il suo stato d’animo!
R.: “Ho deposto un mazzo di fiori, in memoria del nostro eroe, davanti al Commissariato di Pubblica Sicurezza di Secondigliano dove Pasquale prestava servizio. Gesto accolto e salutato benevolmente dai vertici del Commissariato. La morte di Pasquale Apicella ha creato un vuoto in tutti noi e non dobbiamo dimenticarci di lui, della moglie e dei suoi due bambini che da oggi saranno anche nostri figli. Infatti come sindacato abbiamo condiviso la necessità di aiutare economicamente la famiglia effettuando ognuno una donazione personale, chiedendo ai nostri iscritti di fare altrettanto. Un gesto sicuramente simbolico poiché nessuna somma potrà colmare il dolore di un altro nostro fratello portato via da criminali spietati.
D.: In questo momento cosa chiederebbe al Governo?
R.: “Da anni chiediamo una sola cosa, la certezza della pena, una pena esemplare senza se, senza ma, senza attenuanti, senza bonus e senza nessun’altro meccanismo premiale. Vede se il soggetto era in carcere questo non sarebbe successo”.
D.: Perché ritiene che doveva stare in carcere?
R.: Il Fabricio Hadzovic, arrestato con gli altri tre complici dopo i tragici fatti di Capodichino. Provò una analoga mossa a speronare le forze dell’ordine nel luglio di tre anni fa, quando ad arrestarlo con la sua banda furono i carabinieri di Giugliano. Dopo che era entrato in azione con altri residenti del campo rom di Giugliano: assaltò una gioielleria a Sant’Antimo per essere poi intercettata dai militari. Pasquale Apicella, purtroppo, ha incrociato la strada con chi era stato arrestato meno di tre anni fa ed era già libero di colpire ancora e di uccidere. Se dovrei descrivere brevemente il nostro stato d’animo: dolore, rabbia e delusione.
D.: Porto, come pensa che possa incidere su questa situazione la vostra scelta in campo sindacale?
R.: “La nostra scesa in campo sindacale, al di fuori dell’aspetto emotivo che ovviamente ci pervade in questi giorni di lutto per il nostro fratello Pasquale, è mirata a migliorare la sicurezza sul territorio, ma questo può avvenire solo se il personale di Polizia è messo in condizioni lavorative il più possibile ottimali, perché il nostro lavoro è già molto complesso di suo e, per questo, nei nostri uffici, il personale deve operare in un ambiente in cui trovare quella serenità indispensabile per svolgere questa delicata professione al meglio. Questo lo riteniamo un primo, ma fondamentale obiettivo da raggiungere e su questo ci stiamo già spendendo come Organizzazione Sindacale.