Si chiama “Immuni” l’applicazione che consentirà di monitorare tutti gli spostamenti di chi ha contratto il Covid-19 per tracciare il virus e soprattutto tenerlo sotto controllo.
Libera, gratuita, anonima e senza geolocalizzazione, l’app è stata scelta perché ritenuta più idonea per la sua capacità di contribuire tempestivamente all’azione di contrasto del virus, per la conformità al modello europeo delineato dal Consorzio PEPP-PT e per le garanzie che offre per il rispetto della privacy.
È quanto si legge nell’ordinanza firmata dal commissario straordinario per l’emergenza Domenico Arcuri, che ha firmato il contratto di concessione gratuita della licenza d’uso sul software di contact tracing e di appalto di servizio gratuito con la società che l’ha creato.
La società Bending Spoons “esclusivamente per spirito di solidarietà” e, quindi, al solo scopo di fornire un proprio contributo, volontario e personale, utile per fronteggiare l’emergenza sanitaria, ha manifestato la volontà di concedere in licenza d’uso aperta, gratuita e perpetua, fornendo il codice sorgente e tutte le componenti applicative del sistema già sviluppate, e ha anche manifestato la disponibilità a completare gli sviluppi informatici che si renderanno necessari per consentire la messa in esercizio del sistema nazionale di contact tracing digitale.
L’app dovrebbe ricoprire un ruolo cruciale nella gestione della tanto attesa fase 2, secondo quanto annunciato da Arcuri. La sperimentazione avverrà in alcune Regioni pilota, poi verrà estesa, ma su base volontaria. Per ora è stato deciso di non inserire nella app la geolocalizzazione per motivi di privacy, ma potrebbe arrivare successivamente, magari con l’autorizzazione delle singole persone.
La app funziona con il sistema Bluetooth, che rileva il contatto. La comunicazione tra apparecchiature attraverso il Bluetooth è possibile da una distanza piuttosto breve, simile a quella che dovrebbe intercorrere tra le persone che seguono le norme del distanziamento sociale.
Se due cellulari arrivano a distanza tale che il Bluetooth si aggancia, allora significa che le due persone sono state troppo vicine e a rischio contagio virus.
Inoltre, una volta attivata, la app comincia a memorizzare i codici identificativi anonimi con cui entra in contatto. Se una persona risulta essere positiva al Coronavirus, l’operatore sanitario riceve il codice col quale può scaricare dal server centrale i dati della app del paziente, compresi i codici delle persone incrociate dalla persona positiva.
Il server quindi calcola il rischio contagio in base a vicinanza e durata del contatto e di conseguenza genera le notifiche da inviare agli smartphone delle altre persone.
Immuni presenta anche un diario clinico: una sezione che contiene informazioni rilevanti del proprietario del cellulare come sesso, età, malattie pregresse, assunzione di farmaci.
Un diario che poi verrebbe eventualmente aggiornato in presenza del Covid-19 con sintomi, stato di salute e terapie.