L’emergenza coronavirus non si placa e nonostante i provvedimenti adottati dal governo e dalla Regione Campania per sostenere le famiglie in difficoltà, le cosiddette fasce deboli sono finite nel mirino della camorra.
Nonostante i notevoli aiuti umanitari da parte dei gruppi di volontariato e dalla gente comune che stanno consegnando incessantemente beni di prima necessità per aiutare le famiglie bisognose a superare questo momento di difficoltà senza precedenti storici, in tanti hanno prestato il fianco scoperto alle organizzazioni criminali.
Una vera e propria bomba ad orologeria che rischia di esplodere con conseguenze devastanti per la collettività quella descritta dagli abitanti di Ponticelli.
Nella gestione dei negozi di alimentari e delle salumerie “abusive” che pullulano nei rioni di edilizia popolare, in particolare, sarebbero subentrati personaggi di spicco della malavita locale o prestanome che curano il “business d’oro” del momento per conto dei clan.
In questo modo la camorra può dare libero sfogo alla sua finta magnanimità permettendo anche alle famiglie più bisognose di fare la spesa “a credito”, quindi annotando sul “Libro nero” del clan la somma da corrispondere, convinti che quando disporranno di quei soldi potranno saldare il debito.
In realtà, potrebbero vedersi costretti ad elargire una cifra ben più elevata di quella segnata per veder cancellare il loro nome dall’elenco nel quale nessuna persona onesta meriterebbe di finire.
In questo modo, inoltre, per la camorra è molto più facile entrare in contatto e in empatia con il tessuto sociale più povero e quindi più disperato, potendogli prospettare con estrema disinvoltura la possibilità di un prestito che potrebbe sancire una vera e propria condanna a morte per chi in questo momento è talmente disperato da scendere a compromessi con la criminalità organizzata.
Un prestito che non potranno mai restituire, complici i tassi di interessi esorbitanti applicati dagli esattori della camorra e che, probabilmente, i clan locali potrebbero avere interesse a contrarre per vedersi corrispondere una forma di ricompensa diversa dal denaro.
Ai clan di Ponticelli che vogliono detenere il controllo delle attività illecite del quartiere serve principalmente manovalanza: negli arsenali della camorra, ancor prima che scoppiasse l’emergenza coronavirus, boss e presunti tali avevano già aperto i casting per la chiamata alle armi. I giovani, disperati, disoccupati e a caccia di una collocazione che possa sfamare le famiglie e al contempo garantirgli quella tanto ambita forma di autonomia, rappresentano l’obiettivo principale degli emissari dei clan che proprio in questo momento storico così difficile hanno fiutato la possibilità di mettere in piedi un vero e proprio esercito.
L’intento potrebbe essere più facilmente perseguibile circuendo madri disperate e pronte a tutto pur di fare la spesa. Di contro, i figli farebbero di tutto per sottrarre le madri dalla morsa della camorra, soprattutto se in quel vortice pericoloso ci sono finite per rimediare il necessario per sfamarli.
Uno scenario che preoccupa e non poco: attraverso la strategia attuata durante questo momento di emergenza, inoltre, la malavita locale potrebbe conquistare una serie infinita di benefici. Oltre ai tanto ambiti “soldati della camorra”, potrebbero disporre di insospettabili covi dove nascondere armi e droga, servendosi delle abitazioni delle famiglie oneste, corrieri di armi e droga incensurati, camerieri, servi, sudditi, costretti ad obbedire a qualsiasi ordine e ad assecondare qualsiasi richiesta, perchè “in tempo di guerra” ci ha pensato “l’anti-stato” a salvargli la vita, mentre lo Stato li ha abbandonati al loro triste status di indigenti.
Come fermare questa pericolosa ascesa della camorra?
Se hai difficoltà a fare la spesa, non vergognarti: chiedi aiuto alle associazioni che operano sul territorio e ai cittadini. In tanti si stanno attivando per donare beni di prima necessità alle famiglie più povere.