Nella notte tra lunedì 30 e martedì 31 marzo, a Ponticelli, i killer della camorra sono scesi nuovamente in strada per compiere un’altra “stesa”.
Un raid intimidatorio, quello messo a segno in via Hemingway, nel Rione Incis, teatro già un mese fa di un episodio analogo, che a tutti gli effetti sembra rappresentare la replica alla “stesa” avvenuta la notte precedente in via Mario Scarpetta.
Uno dei tre proiettili esplosi si è conficcato nell’auto del Presidente di “Libera” Campania, residente in zona.
Gli agenti della Polizia di Stato del commissariato di Ponticelli indagano per far luce sull’accaduto.
Seppure al vaglio degli inquirenti vi siano tutte le ipotesi, al momento, nulla lascia dedurre che fosse l’esponente di “Libera” il destinatario di quel raid intimidatorio, bensì appare molto più plausibile che uno dei tre proiettili si sia conficcato accidentalmente nella vettura parcheggiata lungo la strada.
A supporto di questa ipotesi, la “stesa” avvenuta un mese prima proprio nello stesso rione e la raffica di proiettili esplosi in via Mario Scarpetta 24 ore prima. Anche nell’ambito del raid avvenuto nel rione “Lotto 10” uno degli otto proiettili esplosi si è conficcato nell’abitazione di un pregiudicato che, però, non risulta avere legami con la malavita locale.
La camorra seguita a far sentire la sua presenza a suon di spari. Sprezzante delle normative anti-coronavirus, la malavita ponticellese squarcia il silenzio della notte e la paura che regna tra i cittadini che vivono con apprensione le sorti del Paese in relazione alla diffusione del Covid-19.
A Ponticelli si torna a sparare, per la seconda sera consecutiva. I proiettili incastonati nel buio della notte sembrano disegnare una trama precisa ed assumono una collocazione ben delineata, in grado di ricostruire le logiche dell’ennesima faida tra clan per la contesa del territorio.