Le immagini dei giovani nelle zone simbolo della movida cittadina, sprezzanti dell’ordinanza anticoronavirus che il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca ha diramato durante la serata di venerdì 7 marzo, hanno fatto il giro dell’intero pianeta.
Giovani menefreghisti e strafottenti che, in barba alla disposizioni di sicurezza imposte, non si tengono a un metro di distanza e creano assembramenti all’esterno dei cosiddetti “baretti”, luogo di ritrovo per antonomasia della Napoli by night.
I giovani napoletani hanno letteralmente sfidato il governo, forti di un’opinabile teoria: il virus colpisce le persone anziane, quindi sono loro che dovono chiudersi in casa. Teoria tutt’altro che veritiera e soprattutto pericolosissima perchè li espone facilmente al pericolo di contagio, non solo per il mancato rispetto delle distanze di sicurezza, ma anche per l’abitudine in voga tra i giovani di bere dallo stesso bicchiere. Un sorso di drink da un bicchiere, un altro sorso da quello di un altro conoscente e così via: il rischio di contagio, in questo modo, diventa ingestibile, incontrollato e imprevedibile.
Non bastano i controlli a tappeto da parte delle forze dell’ordine, pronte a sanzionare gli esercenti che non rispettano le limitazioni imposte al fine di evitare il diffondersi del virus, soprattutto l’ondata migratoria di migliaia di persone che nelle ultime ore dal Nord del Paese si sono spostate al Sud, unitamente al comportamento scellerato dei giovani, pronti a rinunciare a tutto, ma non all’appuntamento con la vita notturna, hanno indotto il governo ad adottare misure più rigide.
Durante la serata di ieri, lunedì 9 marzo, il Presidente del consiglio dei ministri, Giuseppe Conte, ha esteso la zona rossa all’intera nazione, con divieto di spostarsi da regione a regione, se non per seri e comprovati motivi. Sospeso il campionato di calcio e tutte le attività sportive, chiuse le palestre e le scuole fino al 4 aprile.
Conte ha rilanciato l’appello “Io resto a casa”, invitando gli italiani ad uscire dalle proprie abitazioni solo se necessario.
Di tutta risposta, centinaia di persone si sono riversate in strada per prendere d’assalto i supermercati h24. Dopo gli assembramenti all’esterno dei locali, ieri sera a Rome e a Napoli, centinaia di persone erano in fila davanti agli ingressi dei supermercati aperti di notte per rifornirsi di scorte alimentari.
Seppure il governo non abbia fatto riferimento alla chiusura dei supermercati e tra le motivazioni plausibili per uscire vi sia quella di andare a fare la spesa, a patto che a farlo una persona per ogni nucleo familiare, dopo Milano, anche nelle altre città italiane si è registrata “la ressa agli scaffali”.