«Lo sappiamo le regole valgono sempre per gli altri, ma oggi più che mai si chiede il rispetto delle limitazioni impartite, sappiamo bene che il virus non fa distinzioni di fascia sociale, di appartenenza politica né tantomeno d’incarico ricoperto. Il virus, infatti, non si è fermato davanti a Presidenti di Regione, come Cirio e Zingaretti, né alla scorta dell’On. Salvini, né davanti a un Prefetto né a un Questore. Quello che chiediamo, come LeS, è di non far rischiare inutilmente la vita al personale delle scorte».
Questo è l’accorato appello con cui Giovanni Iacoi, Segretario Generale del Sindacato di Polizia LeS (Libertà e Sicurezza) si rivolge al Capo della Polizia.
D.: Iacoi, come rappresentante dei poliziotti, come vede la situazione?
R.: «Ciò che si sta delineando sul territorio nazionale, riguardo la diffusione del “nuovo Coronavirus- CoVid-19”, merita la massima attenzione ed impone l’adozione di misure straordinarie e preventive a salvaguardia della salute dei cittadini come degli operatori di Polizia. Tra le disposizioni impartite dalla Direzione Centrale Sanità del Dipartimento della P.S. con la circolare del 22 febbraio 2020 riguardante la Polmonite da nuovo coronavirus, raccomanda di limitare, per quanto possibile, le occasioni che comportino la permanenza in ambienti limitati ed in condizioni di sovraffollamento. Successivamente sono state emanate altre circolari e disposizioni in merito. L’ultima, sino ad ora, è il Decreto 14091 del 05 marzo scorso, diramato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, è il noto provvedimento che dispone che sull’intero territorio nazionale siano sospese le manifestazioni e gli eventi di qualsiasi natura, svolti in ogni luogo, sia pubblico che privato, che comportino affollamento tale da non consentire il rispetto della distanza tra le persone di almeno un metro».
D.: Non mi sembrano misure prive di buon senso.
R.: «Assolutamente no. Tuttavia, nella situazione emergenziale in cui si trova oggi l’intero Paese, ci sentiamo in dovere di chiedere a tutti i soggetti destinatari di misure di protezione (magistrati, politici, imprenditori, giornalisti, etc.), l’adozione di misure dettate dal buon senso, affinché si attengano loro per primi alle regole comportamentali imposte dalle recenti disposizioni, al fine di evitare al massimo i contagi. Le persone sotto protezione non devono dimenticare che i poliziotti delle loro scorte “subiscono” le loro abitudini e le loro scelte e possono diventare, loro malgrado, veicolo di contagio. LES chiede a queste persone il massimo rispetto per chi li protegge al fine di garantire la tutela della salute degli operatori. Chiediamo loro di evitare il più possibile gli spostamenti non necessari, luoghi affollati e che si limitino alle attività istituzionali improrogabili, rispettando le disposizioni valide su tutto il territorio nazionale.».
D.: Iacoi, le sue mi sembrano richieste del tutto condivisibili. In un contesto in cui vengono limitate le udienze nei tribunali ed in cui le attività parlamentari sono limitate ad un solo giorno alla settimana, una parziale limitazione delle attività personali, si inserisce pienamente nel novero dei comportamenti di buon senso e dal rispetto reciproco della persona, avendo come fine la tutela della salute pubblica ed anche della salute dei poliziotti. Ultima domanda: abbiamo saputo che da Bergamo vi è una richiesta straordinaria di personale della Polizia di Stato, per fronteggiare la situazione che vi si è verificata. Cosa ne pensa?
R.: «È vero, a questo proposito ho inviato personalmente una lettera al Capo della Polizia, dott. Franco Gabrielli, permettendomi di raccomandare, innanzitutto, che il personale da inviare a Bergamo sia scelto su base volontaria. Inoltre, ho chiesto che, per accertare le loro buone condizioni di salute, questi operatori siano sottoposti al tampone prima di partire per le “zone rosse” dove dovranno restare tra gli 8 ed i 14 giorni, e che, al termine, siano sottoposti a quarantena, per la salvaguardia della salute loro, dei loro familiari e di tutte le persone con le quali possono venire in contatto. Questa la ritengo, una precauzione di buon senso».