Probabilmente vi sarete chiesti come si diffondevano le informazioni quando non esisteva internet.
Tra i tanti mestieri ormai scomparsi vi era anche il lettore, a lui spettava il compito di informare, nel senso più autentico del termine.
Il lavoro di lettore nelle fabbriche consisteva nel leggere a voce alta quotidiani, libri e testi sindacali agli operai.
Lo scopo era di rendere il lavoro manuale meno monotono e noioso
Questa attività si diffuse intorno al 1860 nei sigarifici cubani.
I lettori erano politicamente impegnati e per questo motivo non sempre ben visti dai proprietari delle fabbriche.
Gli operai, invece, apprezzavano tanto il ruolo del lettore e provvedevano personalmente alla sua retribuzione e potevano anche richiedere i brani e i testi che gradivano che il lettore leggesse per loro.
Una figura che a Napoli ha assunto un ruolo ben più versatile, abbracciando le esigenze dell’intera popolazione, non limitandosi ad allietare gli operai delle fabbriche, ma tutti i cittadini.
Come?
Il lettore, all’ombra del Vesuvio, era una persona che si posizionava in strada per intrattenere i passanti.
Generalmente a svolgere questa mansione era un attore che, di solito al calar del sole, occupava un angolo di strada e leggeva passi di opere italiane e napoletane, allietando il pubblico persino con versi di Dante de Leopardi.