Sono risultati tutti negativi i tamponi effettuati sui casi sospetti di coronavirus assistiti in tre diversi presidi ospedalieri di Napoli. I test hanno escluso la presenza dell’infezione per un 19enne proveniente da Milano e ricoverato all’ospedale San Giovanni Bosco, un 48enne originario di Monza che aveva partecipato alla maratona partenopea ed è stato assistito all’ospedale San Paolo e, infine, un paziente ricoverato e deceduto all’ospedale Cardarelli per una polmonite.
Mentre l’Asl Napoli 1 ha diramato un comunicato in cui chiarisce quanto segue: «Nessuno è “a mani nude contro il virus”, né al P.O. San Giovanni Bosco, né in nessun altro presidio sanitario ospedaliero. Dichiarare una cosa simile non solo significa mentire, ma è anche da irresponsabili perché si genera solo allarmismo e psicosi e si distrugge il lavoro di centinaia di professionisti che – unitamente alla direzione strategica aziendale – lavorano senza sosta per affrontare l’attuale scenario conseguenziale al COVID-19». Ciro Verdoliva, direttore generale dell’ASL Napoli 1 Centro, stigmatizza le dichiarazioni rese in una lettera indirizzata ai media da alcuni medici, dalle quali emerge una rappresentazione della realtà che non può che generare allarmismo e alimentare la psicosi. «Il P.O. San Giovanni Bosco – sottolinea Verdoliva – ha in dotazione presidi di protezione individuale come tutte le altre strutture di competenza di quest’Azienda, anche prima dell’allarme COVID-19. Si può immaginare una carenza solo se si pretende che tutti, sempre ed indistintamente, debbano indossare mascherine e camici monouso o altri dispositivi. Nel caso del COVID-19 questi presidi di protezione individuale devono essere invece indossati dagli operatori sanitari che lavorano in aree “a rischio” e non indistintamente da tutto il personale, e comunque, nel rispetto delle Ordinanze già emanate dal Ministero della Salute e dell’Ordinanza n°1 del 25.02.2020 a firma del Presidente Giunta Regione Campania ed in coerenza a quanto dettato dalle “linee guida operative per l’identificazione/gestione dei casi sospetti e accertati di infezione da coronavirus (2019-nCoV)” allegate alla citata Ordinanza n°1/2020».
Il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, fa il punto della situazione pubblicando un post su facebook: “Anche oggi abbiamo seguito a livello locale la questione coronavirus. Stamattina, con modalità tali da generare panico e procurato allarme, alcuni media locali diffondevano la notizia che due partecipanti alla maratona di Napoli sarebbero contagiati dal coronavirus. FALSO!!! Uno dei due interessati non aveva mai partecipato alla maratona ed un altro si era sentito male a maratona iniziata. Entrambi sono risultati negativi al test. Siamo stufi di questo sciacallaggio sulla pelle delle persone solo per ottenere più click!
Inoltre, domani si terrà un concorso del Formez al Palapartenope di Napoli. Anche in questo caso ci siamo mossi subito in stretto contatto con il Formez, con le autorità sanitarie locali e le altre autorità competenti. Abbiamo ricostruito le residenze dei partecipanti verificando che nessuno venisse dalla zona rossa interessata dal contagio. Non solo. Abbiamo voluto che i partecipanti presentassero un’autocertificazione nella quale escludono di essersi recati nella zona rossa (ricordo che le dichiarazioni mendaci sono punite con l’arresto).
Invece, per quanto riguarda la partita Napoli-Barcellona ho chiesto al Ministro dello Sport quali fossero le precauzioni messe in campo, dal momento che il governo sta valutando le azioni da prendere per tutte le prossime partite di calcio.
Allo stato le limitazioni riguardano solo le regioni in cui vi è diffusione del virus. Massima attenzione, quindi, ma ad oggi il panico rischia di produrre danni enormi di ogni genere.
Trattandosi di emergenza nazionale noi seguiamo le decisioni che vengono prese del governo centrale. Tuttavia, ci attiviamo per fornire le informazioni più dettagliate possibili.
La salute prima di tutto. Restiamo uniti, senza inutili psicosi.
Vi terrò costantemente informati.”
Intanto, anche la Curia di Napoli corre ai ripari. “Sarebbe opportuno nelle celebrazioni astenersi dallo scambiarsi il segno della pace, e distribuire la Comunione eucaristica sulla mano, secondo le norme liturgiche vigenti“. Dalla Curia Arcivescovile di Napoli “alcune indicazioni ispirate alla prudenza, avvertendo, con estrema serenità e senza alcun allarmismo, il dovere di una piena collaborazione con le competenti Autorità dello Stato e della Regione, per contenere il rischio epidemico, nella piena disponibilità a recepire le disposizioni emanate”. Inoltre, sottolinea la Curia di Napoli, “è altresì opportuno assumere comportamenti rispettosi delle norme di igiene negli oratori, nelle mense, nei centri Caritas, nelle aule catechistiche e nelle assemblee parrocchiali, al solo scopo di ridurre un possibile smarrimento, che spingerebbe ad una preoccupazione eccessiva e immotivata”. La presa di posizione della Curia alla luce del fatto che “si susseguono, da più parti, al diffondersi del Coronavirus, richieste relative a linee comuni da adottare”.