Un percorso storico e musicale che abbraccia epoche e stili diversi, integrando le visite serali ed ampliando la proposta culturale del Real Sito di Carditello.
Al via la rassegna Carditello canta Napoli organizzata nella Reggia dei Borbone, dal 15 febbraio al 28 marzo, dalla Fondazione Real Sito di Carditello in collaborazione con l’Associazione culturale Studio Tema.
Quattro appuntamenti straordinari dedicati alla musica di Napoli e della Campania – dal jazz al pop e dallo swing all’etnofolk – nell’ambito del programma Carditello Spring che si concluderà a maggio.
Prima assoluta, sabato 15 febbraio, con la cantante Marina Bruno, al suo quarto disco da solista, già protagonista del capolavoro di Roberto De Simone “La Gatta Cenerentola”. In scena con il suo quintetto jazz, presenterà il suo ultimo cd “Parthenoplay”, tributo alla canzone napoletana ed ai suoi grandi autori: da Viviani, Bovio, Nicolardi, Denza, E. A. Mario, a Renato Carosone e Pino Daniele.
Il cartellone prosegue, sabato 29 febbraio, con un’interprete d’eccezione: Monica Sarnelli e la sua “Napoli@colori”, titolo sia del live che di un’imponente produzione discografica (4 album e 68 canzoni). Da più di 20 anni la sua voce entra nelle case degli italiani grazie alla sigla di “Un posto al sole”.
Si continua, sabato 14 marzo, con lo swing di marca partenopea dei Caponi Brothers, gruppo rivelazione del 2019. Sonorità jazz con una spiccata predilezione per maestri come Renato Carosone e Fred Buscaglione, capaci di tradurre in musica buonumore ed ironia.
Gran finale, sabato 28 marzo, con la prima nazionale di “Mille volte meglio briganti” di Mimmo Maglionico ed i PietrArsa, realtà consolidata della world music internazionale. Un repertorio che attraversa anche in chiave storica la tradizione musicale popolare e contadina della nostra regione.
Carditello canta Napoli
Percorsi storici e musicali tra jazz, pop, swing ed etnica
Sabato 15 febbraio 2020, dalle ore 20
Visita al Real Sito di Carditello
a seguire “canta Napoli” in jazz
Marina Bruno presenta “Parthenoplay”
Con Marina Bruno (voce), Giuseppe Di Capua (arrangiamenti e piano), Gianfranco Campagnoli (tromba e flicorno), Aldo Vigorito (contrabasso), Peppe La Pusata (batteria)
PRIMA NAZIONALE
Si spiega così, ad esempio, la doppia versione del brano “‘O surdato ‘nnamurato”, capolavoro del 1915 di Aniello Califano ed Enrico Cannio, che avvia all’ascolto di “Parthenoplay” con una delicata esecuzione solo voce e pianoforte, introdotta nel disco dall’ispirato recitativo di Mariano Rigillo, per poi tornare, alla fine, in un arrangiamento swing che ne ibrida in chiave dixieland cadenze e sonorità.
Sabato 29 febbraio 2020, dalle ore 20
Visita al Real Sito di Carditello
a seguire “canta Napoli” in pop
Monica Sarnelli presenta “Napoli@colori”
Con Monica Sarnelli (voce), Alfredo Di Martino (fisarmonica, piano, tastiere) e Pino Tafuto (piano, tastiere)
Così il colore rosso, quello della passione, dell’amore, delle storie vissute, di quelle sfiorate, degli incontri voluti e di quelli casuali, è attribuito a brani come Chesta Sera, ‘A canzuncella, Nun ce putimmo lassa’, Liú, St’ammore, Nisciuno, Nun é peccato, Doce doce, in omaggio ad autori e grandi interpreti come Nino D’angelo, gli Alunni Del Sole, Peppino Di Capri, Claudio Mattone, Fred Bongusto, Vian, Eduardo De Crescenzo.
Dal rosso al blu, anzi al blues di Pino Daniele, latino, mediterraneo, ricco di suggestioni e grandi incontri, “dove Napoli diviene tutt’uno con New York, Rio De Janeiro, Buenos Aires”, e nel colore blu si uniscono brani come Terra mia, Chi tene ‘o mare, Lazzari felici, A me me piace ‘o blues, A testa in giù, Canzone nova.
Passando poi al nero, che è il colore immaginato per artisti come Mario Musella, Franco Del Prete, James Senese, grandi ispiratori (già a metà anni ’60) del “nuovo suono” della musica di Napoli. Ben presto diventerà il “Neapolitan power”, sviluppato nelle sue più diverse interpretazioni da tanti altri “neri a metà'” come Enzo Avitabile, Fausta Vetere & Nccp, Teresa De Sio, Gigi De Rienzo, Enzo Gragnaniello, Ernesto Vitolo, Agostino Marangolo, Almamegretta, 24grana, Marco Zurzolo, Maurizio Capone, Sha One & La Famiglia.
Infine il colore oro, quello dei grandi classici, da Torna a Surriento, ‘O sole mio, Era de maggio, Scetate, Maruzzella, ‘O surdato ‘nnammurato, Lazzarella, Malafemmina, Bambenella, in omaggio ai “grandi padri” come Sergio Bruni, Raffaele Viviani, Renato Carosone, Aurelio Fierro ed alle “madri nobili” come Ria Rosa, Gilda Mignonette, Angela Luce, Mirna Doris, Gloria Christian, Maria Paris. Dal vivo, Monica Sarnelli interpreterà brani scelti da questo prezioso repertorio.
Sabato 14 marzo 2020, dalle ore 20
Visita al Real Sito di Carditello
a seguire “canta Napoli” in swing
Caponi Brothers in “Swing & Soda”
Con Domenico Tammaro (voce), Giuseppe Di Capua (piano), Gianfranco Campagnoli (tromba),Tommaso Scannapieco (basso), Vincenzo Bernardo (batteria)
The Caponi Brothers, gruppo rivelazione del 2019, presentano in concerto alla Reggia di Carditello “Swing & Soda”, titolo anche del loro disco d’esordio.
Sonorità jazz e swing, tanta ironia e una spiccata predilezione per maestri come Renato Carosone e Fred Buscaglione, capaci di tradurre in musica buonumore e positività. Sono i riferimenti principali della band campana che individua nella lezione di questi grandi protagonisti della scena musicale italiana il manifesto culturale che anima l’intero progetto avviato qualche anno fa dal pianista Giuseppe Di Capua. A partire dal nome scelto, The Caponi Brothers, evidente omaggio a Totò e Peppino e, seppure in maniera trasversale, agli irriverenti “fratelli del blues” resi immortali dal regista John Landis.
L’intero repertorio, spaziando tra i generi, rielabora grandi classici della musica italiana e americana. In scaletta brani celebri di Carosone (da “Torero” a “Tu vuò fa l’americano” a “O russo e ‘a rossa”), di Fred Buscaglione (“Eri piccola”, “Whisky facile” fino a “Buonasera signorina” nella sua versione del 1958), di Domenico Modugno (da “La donna riccia” del 1954 a “Io mammeta e tu” scritta nel 1955 con Riccardo Pazzaglia) ma anche evergreen come “Il pinguino innamorato” del 1940 portato al successo dal Trio Lescano, “Mambo italiano” scritto nel 1954 da Bob Merrill, cantato un po’ da tutti e lanciato in Italia da Renato Carosone nel 1955.
Gli anni ’50 influenzano gran parte della produzione dei Caponi Brothers, che pure dedicano omaggi ad artisti del nostro tempo riproponendo grandi brani di Paolo Conte (come “Via con me”) e Vinicio Capossela (“Che coss’è l’amor”, fino alla delicata ballad “Ovunque proteggi”).
Sabato 28 marzo 2020, dalle ore 20
Visita al Real Sito di Carditello
a seguire “canta Napoli” in etnica e popolare
Mimmo Maglionico e i PietrArsa in “Mille volte meglio briganti”
PRIMA NAZIONALE
PietrArsa è un gruppo formato da musicisti impegnati da molti anni in un rapporto attivo con le musiche etniche del meridione d’Italia e del mediterraneo, nonché con i linguaggi e le sonorità più stimolanti della world music internazionale.
Per “Carditello canta Napoli” realizzano una nuova produzione dal titolo “Mille volte meglio briganti” in dedica alla monumentale Reggia, scegliendo per questa occasione un repertorio che attraversa anche in chiave storica la tradizione musicale popolare e contadina della nostra regione.
Il loro progetto, sia discografico che dal vivo, comprende l’esecuzione tanto di brani della musica popolare (tammurriate, tarantelle, pizziche, canti a distesa) quanto di brani di nuova composizione: i primi sono proposti in uno stile fedele alla tradizione; i secondi mantengono anch’essi un legame con le forme della tradizione ma evocando, sia nei testi che nelle musiche, quel processo di mutazione e di contaminazione culturale che il mondo popolare meridionale vive nell’epoca della globalizzazione.
PietrArsa è una località nei pressi di Napoli dove furono impiantate le officine meccaniche per la costruzione della prima ferrovia italiana (Napoli-Portici 1839): un luogo situato in prossimità di quell’entroterra ricco di arcaica musica etnica, un nome che evoca insieme i ritmi delle tammorre contadine e quelli della moderna civiltà postindustriale. PietrArsa si è imposto nel panorama della world music come uno dei più innovativi gruppi della scena napoletana, non soltanto grazie a quella capacità di viaggiare nel folklore postmoderno mediante il filtro della tradizione (tammurriate, tarantelle tradizionali, canti a distesa) e della sperimentazione, ma anche grazie ad una dimensione live di forte impatto che ha consentito loro di effettuare già numerose tournée di rilievo all’estero: Francia, Spagna, Grecia, Pakistan, Croazia, Russia ecc. Ha partecipato, con gran successo di critica e di pubblico, al Premio Carosone, dove ha presentato l’inedito “Elisabetta” ed una versione world di “‘O Sarracino”.
Un percorso storico e musicale che abbraccia epoche e stili diversi, integrando le visite serali ed ampliando la proposta culturale del Real Sito di Carditello.
Al via la rassegna Carditello canta Napoli organizzata nella Reggia dei Borbone, dal 15 febbraio al 28 marzo, dalla Fondazione Real Sito di Carditello in collaborazione con l’Associazione culturale Studio Tema.
Quattro appuntamenti straordinari dedicati alla musica di Napoli e della Campania – dal jazz al pop e dallo swing all’etnofolk – nell’ambito del programma Carditello Spring che si concluderà a maggio.
Prima assoluta, sabato 15 febbraio, con la cantante Marina Bruno, al suo quarto disco da solista, già protagonista del capolavoro di Roberto De Simone “La Gatta Cenerentola”. In scena con il suo quintetto jazz, presenterà il suo ultimo cd “Parthenoplay”, tributo alla canzone napoletana ed ai suoi grandi autori: da Viviani, Bovio, Nicolardi, Denza, E. A. Mario, a Renato Carosone e Pino Daniele.
Il cartellone prosegue, sabato 29 febbraio, con un’interprete d’eccezione: Monica Sarnelli e la sua “Napoli@colori”, titolo sia del live che di un’imponente produzione discografica (4 album e 68 canzoni). Da più di 20 anni la sua voce entra nelle case degli italiani grazie alla sigla di “Un posto al sole”.
Si continua, sabato 14 marzo, con lo swing di marca partenopea dei Caponi Brothers, gruppo rivelazione del 2019. Sonorità jazz con una spiccata predilezione per maestri come Renato Carosone e Fred Buscaglione, capaci di tradurre in musica buonumore ed ironia.
Gran finale, sabato 28 marzo, con la prima nazionale di “Mille volte meglio briganti” di Mimmo Maglionico ed i PietrArsa, realtà consolidata della world music internazionale. Un repertorio che attraversa anche in chiave storica la tradizione musicale popolare e contadina della nostra regione.
Carditello canta Napoli
Percorsi storici e musicali tra jazz, pop, swing ed etnica
Sabato 15 febbraio 2020, dalle ore 20
Visita al Real Sito di Carditello
a seguire “canta Napoli” in jazz
Marina Bruno presenta “Parthenoplay”
Con Marina Bruno (voce), Giuseppe Di Capua (arrangiamenti e piano), Gianfranco Campagnoli (tromba e flicorno), Aldo Vigorito (contrabasso), Peppe La Pusata (batteria)
PRIMA NAZIONALE
Si spiega così, ad esempio, la doppia versione del brano “‘O surdato ‘nnamurato”, capolavoro del 1915 di Aniello Califano ed Enrico Cannio, che avvia all’ascolto di “Parthenoplay” con una delicata esecuzione solo voce e pianoforte, introdotta nel disco dall’ispirato recitativo di Mariano Rigillo, per poi tornare, alla fine, in un arrangiamento swing che ne ibrida in chiave dixieland cadenze e sonorità.
Sabato 29 febbraio 2020, dalle ore 20
Visita al Real Sito di Carditello
a seguire “canta Napoli” in pop
Monica Sarnelli presenta “Napoli@colori”
Con Monica Sarnelli (voce), Alfredo Di Martino (fisarmonica, piano, tastiere) e Pino Tafuto (piano, tastiere)
Così il colore rosso, quello della passione, dell’amore, delle storie vissute, di quelle sfiorate, degli incontri voluti e di quelli casuali, è attribuito a brani come Chesta Sera, ‘A canzuncella, Nun ce putimmo lassa’, Liú, St’ammore, Nisciuno, Nun é peccato, Doce doce, in omaggio ad autori e grandi interpreti come Nino D’angelo, gli Alunni Del Sole, Peppino Di Capri, Claudio Mattone, Fred Bongusto, Vian, Eduardo De Crescenzo.
Dal rosso al blu, anzi al blues di Pino Daniele, latino, mediterraneo, ricco di suggestioni e grandi incontri, “dove Napoli diviene tutt’uno con New York, Rio De Janeiro, Buenos Aires”, e nel colore blu si uniscono brani come Terra mia, Chi tene ‘o mare, Lazzari felici, A me me piace ‘o blues, A testa in giù, Canzone nova.
Passando poi al nero, che è il colore immaginato per artisti come Mario Musella, Franco Del Prete, James Senese, grandi ispiratori (già a metà anni ’60) del “nuovo suono” della musica di Napoli. Ben presto diventerà il “Neapolitan power”, sviluppato nelle sue più diverse interpretazioni da tanti altri “neri a metà'” come Enzo Avitabile, Fausta Vetere & Nccp, Teresa De Sio, Gigi De Rienzo, Enzo Gragnaniello, Ernesto Vitolo, Agostino Marangolo, Almamegretta, 24grana, Marco Zurzolo, Maurizio Capone, Sha One & La Famiglia.
Infine il colore oro, quello dei grandi classici, da Torna a Surriento, ‘O sole mio, Era de maggio, Scetate, Maruzzella, ‘O surdato ‘nnammurato, Lazzarella, Malafemmina, Bambenella, in omaggio ai “grandi padri” come Sergio Bruni, Raffaele Viviani, Renato Carosone, Aurelio Fierro ed alle “madri nobili” come Ria Rosa, Gilda Mignonette, Angela Luce, Mirna Doris, Gloria Christian, Maria Paris. Dal vivo, Monica Sarnelli interpreterà brani scelti da questo prezioso repertorio.
Sabato 14 marzo 2020, dalle ore 20
Visita al Real Sito di Carditello
a seguire “canta Napoli” in swing
Caponi Brothers in “Swing & Soda”
Con Domenico Tammaro (voce), Giuseppe Di Capua (piano), Gianfranco Campagnoli (tromba),Tommaso Scannapieco (basso), Vincenzo Bernardo (batteria)
The Caponi Brothers, gruppo rivelazione del 2019, presentano in concerto alla Reggia di Carditello “Swing & Soda”, titolo anche del loro disco d’esordio.
Sonorità jazz e swing, tanta ironia e una spiccata predilezione per maestri come Renato Carosone e Fred Buscaglione, capaci di tradurre in musica buonumore e positività. Sono i riferimenti principali della band campana che individua nella lezione di questi grandi protagonisti della scena musicale italiana il manifesto culturale che anima l’intero progetto avviato qualche anno fa dal pianista Giuseppe Di Capua. A partire dal nome scelto, The Caponi Brothers, evidente omaggio a Totò e Peppino e, seppure in maniera trasversale, agli irriverenti “fratelli del blues” resi immortali dal regista John Landis.
L’intero repertorio, spaziando tra i generi, rielabora grandi classici della musica italiana e americana. In scaletta brani celebri di Carosone (da “Torero” a “Tu vuò fa l’americano” a “O russo e ‘a rossa”), di Fred Buscaglione (“Eri piccola”, “Whisky facile” fino a “Buonasera signorina” nella sua versione del 1958), di Domenico Modugno (da “La donna riccia” del 1954 a “Io mammeta e tu” scritta nel 1955 con Riccardo Pazzaglia) ma anche evergreen come “Il pinguino innamorato” del 1940 portato al successo dal Trio Lescano, “Mambo italiano” scritto nel 1954 da Bob Merrill, cantato un po’ da tutti e lanciato in Italia da Renato Carosone nel 1955.
Gli anni ’50 influenzano gran parte della produzione dei Caponi Brothers, che pure dedicano omaggi ad artisti del nostro tempo riproponendo grandi brani di Paolo Conte (come “Via con me”) e Vinicio Capossela (“Che coss’è l’amor”, fino alla delicata ballad “Ovunque proteggi”).
Sabato 28 marzo 2020, dalle ore 20
Visita al Real Sito di Carditello
a seguire “canta Napoli” in etnica e popolare
Mimmo Maglionico e i PietrArsa in “Mille volte meglio briganti”
PRIMA NAZIONALE
PietrArsa è un gruppo formato da musicisti impegnati da molti anni in un rapporto attivo con le musiche etniche del meridione d’Italia e del mediterraneo, nonché con i linguaggi e le sonorità più stimolanti della world music internazionale.
Per “Carditello canta Napoli” realizzano una nuova produzione dal titolo “Mille volte meglio briganti” in dedica alla monumentale Reggia, scegliendo per questa occasione un repertorio che attraversa anche in chiave storica la tradizione musicale popolare e contadina della nostra regione.
Il loro progetto, sia discografico che dal vivo, comprende l’esecuzione tanto di brani della musica popolare (tammurriate, tarantelle, pizziche, canti a distesa) quanto di brani di nuova composizione: i primi sono proposti in uno stile fedele alla tradizione; i secondi mantengono anch’essi un legame con le forme della tradizione ma evocando, sia nei testi che nelle musiche, quel processo di mutazione e di contaminazione culturale che il mondo popolare meridionale vive nell’epoca della globalizzazione.
PietrArsa è una località nei pressi di Napoli dove furono impiantate le officine meccaniche per la costruzione della prima ferrovia italiana (Napoli-Portici 1839): un luogo situato in prossimità di quell’entroterra ricco di arcaica musica etnica, un nome che evoca insieme i ritmi delle tammorre contadine e quelli della moderna civiltà postindustriale. PietrArsa si è imposto nel panorama della world music come uno dei più innovativi gruppi della scena napoletana, non soltanto grazie a quella capacità di viaggiare nel folklore postmoderno mediante il filtro della tradizione (tammurriate, tarantelle tradizionali, canti a distesa) e della sperimentazione, ma anche grazie ad una dimensione live di forte impatto che ha consentito loro di effettuare già numerose tournée di rilievo all’estero: Francia, Spagna, Grecia, Pakistan, Croazia, Russia ecc. Ha partecipato, con gran successo di critica e di pubblico, al Premio Carosone, dove ha presentato l’inedito “Elisabetta” ed una versione world di “‘O Sarracino”.