Domenica 12 gennaio, alle ore 19, va in scena il primo appuntamento della rassegna “Approdi 2020” del Nostos Teatro di Aversa: “Bollari – Memorie dello Jonio” di e con Carlo Gallo, un cunto antico di pescatori attraverso la musicalità del dialetto calabro.
Tra la Campania e la Sicilia in mezzo ci sta la Calabria, la cui identità sembra essere scomparsa nell’abisso, in un profondo buco nero. Eppure, sulle rive dello Jonio, tra i gozzi e le reti ammassate, c’è ancora chi tramanda il sapere, sono “Aedi”, dal volto scavato, stanco di rughe, hanno il dono di raccontare per catene di immagini suggestive un patrimonio “letterario” che vive solo in un filo diretto, che passa da bocca a bocca. La drammaturgia e la messa in scena dello spettacolo riproducono originali partiture musicali e gestuali, fedeli appunto alle pulsioni emotive dei cunti dei pescatori calabresi.
“Bollari”, una parola antica tradotta nel suono gutturale dei pescatori per annunciare l’avvistamento dei tonni a largo delle coste, un urlo di gioia a cui seguivano lanci e fragori di bombe in mare, una pratica illegale diffusa tra i pescatori dello Jonio al fine di ricavare più pesce possibile in poco tempo e sopperire ai lamenti dello stomaco.
Tratto da racconti orali di anziani calabresi, “Bollari” è una storia di mare che si chiude sopra il deserto dei valori di un mondo travolto dal regime e dalla guerra. Come sottofondo il rumore languido della spuma del mare, quel mare di gioie e di dolori, su cui si riversano la fame e la miseria del tempo. Quel mare su cui i personaggi rinnovano il proprio spirito e battono i remi – forse – alla conquista della propria libertà.
Bollari è un suono della Calabria, è un grido d’amore.