Una originale spy story sulla guerra tra religioni dove prevalgono i sentimenti personali e la fallibilità della natura umana. Trama coinvolgente, argomenti di attualità, realismo pungente che trabocca tra le pagine di un romanzo che ambisce a trasmettere una concezione laica del bene e del male, e si staglia contro ogni forma d’integralismo. Questo è il thriller di Massimiliano Amatucci, “In nome del Padre“, 252 pagine, 15 euro, edito da Kairòs Edizioni, che si presenta venerdì 3 gennaio 2020 alle ore 18,00 alla libreria del Cinema e del Teatro al Parco Margherita 35, Napoli.
L’autore ne discute con il giallista Giovanni Canestrelli e Claudia Siano, moderati dal giornalista Pino Cotarelli, tra le letture dell’attore Lucio Allocca. L’evento è introdotto da Giovanni Musella, editore Kairòs.
La missione interiore del personaggio principale è quella di salvaguardare se stesso e i propri valori. Mentre quella che gli viene affidata, e attorno alla quale ruota il romanzo, sta nel salvare una certa visione del mondo. Un racconto crudo sulle dinamiche del terrorismo concepito secondo una lettura laica nello scontro tra religioni.
Perché un romanzo sull’integralismo islamico?
“Innanzitutto perché è un tema che negli ultimi anni ha dominato la scena internazionale, entrando nella case di tutti e lasciando un profondo senso d’insicurezza in gran parte del mondo occidentale. Spesso ha cambiato abitudini di vita, quando non ha letteralmente sconvolto esistenze colpite da attentati terroristici” chiarisce l’autore. “È un argomento che mi ha colpito molto mettendo anche in discussione alcune certezze della mia visione della storia e della cultura occidentale. Ho sentito così la necessità di esprime il mio di vista all’interno di un thriller”.
“In nome del Padre” equivale a “In nome di Dio” e i protagonisti di questo romanzo, pur su fronti contrapposti e con metodi diversi, combattono una cruenta battaglia ciascuno in nome del proprio Credo.
Storia di spionaggio con personaggi che si muovono nel contesto politico e sociale contemporaneo delle principali capitali occidentali. E se Napoli è il punto d’inizio e di arrivo dell’intera trama, sicuramente le città coprotagoniste sono Londra e Parigi.
“Ho scelto queste due città – spiega Amatucci – non solo perché per motivi personali sono le città europee che conosco meglio, ma anche perché trovo che simbolicamente siano perfette per lo svolgersi delle vicende che racconto. Ricche città multietniche in cui chi rimane ai margini può facilmente cadere vittima della propaganda integralista, benché nella gran parte dei casi sia l’integrazione e non l’integralismo a caratterizzarle positivamente”.
Accurata elaborazione dei personaggi, linguaggio asciutto, ritmo incalzante, non senza una certa dose d’ironia… Ecco i tratti distintivi di questo thriller.