Un giornalista è stato denunciato dalla polizia municipale per aver filmato il fermo di un venditore ambulante.
E’ successo durante il pomeriggio di martedì 10 dicembre a Roma a Cosimo Caridi, giornalista e videomaker freelance e collaboratore de “ilfattoquotidiano.it”.
Il giornalista, accusato di interruzione di pubblico servizio, ha notato un venditore ambulante che nel tentativo di sottrarsi al fermo di due agenti di polizia municipale era caduto a terra. Il videomaker ha quindi girato la telecamera, scatenando il disappunto dei due agenti che lo hanno invitato a non riprendere la scena perché si trattava di un’operazione di polizia.
“Lei non può riprendere senza autorizzazione, appena manda in onda queste immagini viene arrestato”, si sente nella registrazione, poi il giornalista viene invitato a cancellare tutto. “Ringrazia Dio che sto in divisa perché se sto senza divisa ti spacco questa in testa”, ha affermato uno dei due vigli , decisamente infervorato, riferendosi alla telecamera.
«Quanto accaduto al giornalista Cosimo Caridi è inaccettabile. Il diritto di cronaca non può essere messo in discussione in nessun frangente. Men che mai si può consentire che un ufficiale di polizia tenti di intimidire un cronista con frasi del tipo: ‘Appena manda in onda quelle riprese lei verrà arrestato’. Compito dei giornalisti, giova ricordarlo, è proprio quello di informare i cittadini. Un diritto-dovere di rilevanza costituzionale». Lo affermano, in una nota, Raffaele Lorusso e Giuseppe Giulietti, segretario generale e presidente della Fnsi, commentando quanto capitato al videomaker. «Nell’auspicare che l’amministrazione capitolina faccia chiarezza sull’accaduto e adotti i provvedimenti dovuti – proseguono – la Federazione nazionale della Stampa italiana è al fianco di Caridi ed è pronta ad assisterlo in tutte le iniziative che deciderà di intraprendere a tutela della sua professionalità e della libertà di stampa in questo Paese».
Tra i più delusi ed amareggiati per quanto accaduto a Roma, il comandante Luigi Maiello, attualmente a capo della polizia locale di Arzano e prossimo a trasferirsi a capo dell’unità di Pomigliano D’Arco. Nel corso della sua brillante carriera, il comandante Maiello ha messo la firma su numerose operazioni che hanno concorso a ripristinare sicurezza urbana e legalità, oltre ad aver smascherato reati contro la pubblica amministrazione, occupandosi anche di attività di competenza della Direzione Nazionale Antimafia,come le ecomafie.
Un lavoro, molto spesso, svolto in sinergia con i giornalisti: “Fortunatamente in Italia non si arrestano le persone perchè fanno delle riprese, – ha dichiarato il comandante Luigi Maiello – meno che mai i giornalisti. A prescindere da quanto millantato da alcune correnti politiche, la democrazia è ancora uno dei valori più importanti sui quali si fonda il nostro Paese. In merito a quanto accaduto a Roma, voglio presumere che la reazione di quell’agente di polizia municipale sia frutto della stanchezza e dello stress. Immagino che lavorare in una città complicata come Roma non sia facile, anche se il suo operato resta ingiustificabile. E’stato un errore, il vigile dovrebbe scusarsi con il giornalista per chiudere la faccenda nel migliore dei modi e senza ulteriori strascichi. Non c’è nessuna norma che vieta a un giornalista o a un libero cittadino di effettuare quel tipo di riprese in un luogo pubblico, a maggior ragione, considerando che la zona in cui si è verificato l’accaduto è videosorvegliata.
Paradossalmente, quegli agenti avrebbero beneficiato della ripresa del giornalista. Il corpo di polizia locale sta cercando di dotarsi di attrezzature tecnologiche come le body cam, per beneficiare di ulteriori strumenti a tutela del nostro lavoro e in grado di documentare che le azioni che svolgiamo vengono eseguite a norma di legge. Non siamo in Cile, – prosegue Maiello – in Italia la normativa in materia di arresto, sia facoltativo che obbligatorio, è molto rigida.
Ritengo che sia molto importante collaborare con i giornalisti che a mio avviso ricoprono un ruolo di documentazione importante. Non nascondo che diverse operazioni importanti che ho compiuto ad Arzano sono figlie e frutto di fonti giornalistiche. I giornalisti, molto spesso, vivono e conoscono il territorio molto di più delle forze dell’ordine. Da qui nasce il mio rammarico per quanto accaduto a Roma, perchè non vorrei che un episodio rischi di vanificare le azioni degli altri.”