La recente introduzione della fatturazione elettronica ha stravolto anche il panorama dell’acquisto di carburante, prevedendo, per i rifornimenti concernenti auto aziendali, l’obbligo di effettuare il pagamento utilizzando metodi tracciabili a fronte dell’emissione della fattura elettronica da parte del distributore.
Cos’è la fatturazione elettronica?
Si tratta di un processo introdotto recentemente dalle leggi italiane, nel quadro di un’ampia rete di interventi volti alla digitalizzazione delle aziende e delle pubbliche amministrazioni, in modo da incentivare lo sviluppo tecnologico del Paese e di introdurre maggior trasparenza ed efficienza nei più diversi ambiti produttivi.
La fattura elettronica è, dunque, il documento digitale che sostituisce la fattura cartacea nell’ambito delle transazioni B2B e B2C: ne consegue che le aziende e i professionisti sono i primi destinatari del provvedimento, quando eseguono prestazioni nei confronti dei consumatori; ma anche che le aziende dovranno certificare elettronicamente le transazioni che avvengono con altre aziende.
Ciò ha delle ripercussioni anche sul rifornimento di carburante effettuato per motivi di lavoro, dal momento che anche i dipendenti dovranno produrre/ricevere la documentazione di spesa e la relativa fattura elettronica per poter, da un lato, continuare a dedurre le spese e, dall’altro, per ottemperare ai nuovi obblighi di legge.
L’obiettivo dichiarato del legislatore è duplice: da un lato, si vuole favorire l’utilizzo di metodi di pagamento che permettano la tracciabilità, al fine di combattere l’evasione fiscale; dall’altro, si vuole attribuire alle imprese uno strumento con cui tenere la contabilità aziendale sotto controllo, semplificando i processi e la rendicontazione in un’ottica di incentivo alla produttività e alla crescita.
Quali novità con riguardo ai carburanti?
Più nel dettaglio, i provvedimenti connessi all’introduzione della fatturazione elettronica hanno comportato anche la eliminazione della classica scheda carburante. Infatti, nell’ottica di perseguimento degli obiettivi prima menzionati, la legge ha introdotto l’obbligo per i titolari di partita IVA di effettuare i pagamenti per l’acquisto di carburante esclusivamente con metodi tracciabili (leggasi, con carte di pagamento).
Tutto ciò perché la scheda carburante ha dato cattiva prova nel contrastare le violazioni in merito all’autocertificazione dei costi dei carburanti, rappresentando uno strumento con cui i dipendenti potevano “truffare” l’impresa (con la complicità di un operatore) o con cui le stesse aziende potevano scaricare costi – ai fini della detrazione IVA – in effetti mai sostenuti.
Oggi, dunque, la deduzione dei costi della benzina da parte dei professionisti e la detraibilità dell’IVA risultano ammissibili sono se i relativi esborsi sono giustificati attraverso metodi di pagamento tracciabili. Viceversa, sono al momento esonerati dall’obbligo di fatturazione elettronica gli acquisti di carburante effettuati dai consumatori privati: ne consegue che lo stesso individuo può essere tenuto o meno ad eseguire il pagamento mediante strumenti elettronici a seconda che lo giustifichi o meno con le finalità aziendali/professionali.
Le caratteristiche delle carte carburante
Quanto detto si ripercuote inevitabilmente sulle abitudini dei fornitori e degli acquirenti di carburante. Per quanto riguarda questi ultimi, il dipendente o il professionista che fanno rifornimento per esigenze aziendali dovranno comunicare i propri dati di riferimento al distributore, così da permette a quest’ultimo l’emissione della fatturazione elettronica.
Naturalmente, l’operazione in questione può essere di molto semplificata ricorrendo ai pagamenti elettronici e, segnatamente, all’utilizzo di apposite carte carburante. Infatti, con questa tipologia di strumenti è possibile tracciare in modo istantaneo la transazione e trasmettere i relativi dati a chi ne abbisogna per l’emissione della fattura elettronica. Inoltre, a seconda della tipologia di carta carburante adottata, l’impresa o il singolo dipendente potranno utilizzare le eventuali applicazioni per smartphone che presentano utilità aggiuntive, così da agevolare ulteriormente il processo di acquisizione e trasmissione dei dati in ottemperanza all’obbligo di fatturazione.
Utilizzando una carta carburante, l’acquisto del rifornimento non viene fatturato dal singolo gestore, ma dalla società che ha emesso la carta (che, a sua volta, può essere la stessa compagnia petrolifera nel caso di carte monomarca, o una società finanziaria nel caso di carte multimarca). Al cliente finale (l’impresa, che poi affida la carta ai propri dipendenti, o il professionista) spetterà unicamente sottoscrivere il contratto relativo alla carta, indicando una tantum i dati necessari alla fatturazione e provvedendo al pagamento dell’eventuale canone di acquisto dello strumento di pagamento o delle eventuali commissioni di utilizzo.
Dal punto di vista operativo, invece, le carte carburante si atteggiano in modo simile a delle prepagate, permettendo di poter sostenere una spesa proporzionale all’ammontare ricaricato sulla medesima; o a delle carte di credito, fornendo un plafond di spesa all’utilizzatore, che verrà successivamente addebitato sul conto corrente o altro portafogli da cui prelevare la provvista.
Sebbene le carte carburante esistano da ben prima dell’introduzione delle recenti riforme in materia di fatturazione elettronica, è proprio in conseguenza di queste ultime che diventano strumenti di particolare interesse per le esigenze delle imprese e dei professionisti, assicurando a questi ultimi un modo per risparmiare tempo e denaro (soprattutto dal punto di vista fiscale) e per non perdere mai di vista la contabilità.