“La violenza sulle donne è tutt’altro che diminuita. Non bisogna farsi trarre in inganno dai dati pubblici, perché le denunce sono ancora una piccola parte di un fenomeno culturale e sociale ancora molto diffuso che riguarda le violenze fisiche, ma soprattutto quelle psicologiche e verbali, senza parlare di quelle sui luoghi di lavoro e i fenomeni di pull a pig e beauty cyberbullismo, in forte e preoccupante crescita”.
A parlare è Cordelia Vitiello, Presidente della Fondazione Evangelica Betania e Vicepresidente del Concistoro e rappresentante legale della Chiesa Evangelica Luterana in Italia (CELI).
“L’Ospedale Evangelico Betania è da sempre in prima linea sulle violenze di genere. Nel 2018 nella nostra regione 1.258 donne hanno trovato il coraggio di denunciare recandosi presso un Centro antiviolenza, ma sono molte di più quelle che subiscono una violenza ma non lo denunciano. Circa 50 donne ogni anno si rivolgono al nostro Pronto Soccorso (3-4 al mese) per aver subito violenze, che poi vengono seguite e indirizzate all’autorità giudiziaria. Quella sessuale è denunciata soprattutto da donne extra comunitarie, ma la gran parte si rivolgono a noi per aggressioni, percosse o stress da mobbing e violenza verbale”, aggiunge Vitiello.
“Qualora nell’esercizio della propria attività in Pronto Soccorso, il medico che assiste una donna, riscontra i segni compatibili con percosse o oggetti contundenti o traumatismi, oppure riscontra circostanze, giustificazioni incongrue o uno stato d’animo turbato, oppure una anche parziale confessione, anche se ritrattata, che configurano un caso di violenza, in modo riservato contatta il Commissariato di Polizia di Ponticelli con cui è stato firmato un protocollo d’intesa.”
La Fondazione Evangelica Betania è impegnata a contrastare la violenza sulle donne attraverso diversi progetti oltre che, ovviamente, sui casi provenienti dall’Ospedale Evangelico Betania ed in particolare dal Pronto Soccorso. “Per queste donne, non solo vittime di violenza fisica, negli ultimi anni abbiamo avviato due progetti, Prendiamoci cura di lei e Rose Rosa, che costituiscono un unico spazio di ascolto, aiuto e sostegno, non solo medico e psicologico, per donne italiane e straniere con disagi familiari e sociali. Attraverso le Chiese fondatrici siamo molto presenti sul territorio”.
Nell’ambito dell’ampio percorso dell’Ospedale Solidale, che nel 2018 ha offerto assistenza gratuita a 3629 persone, una presenza preponderante è occupata proprio dagli ambulatori solidali. I progetti sono finanziati grazie al contributo dell’8×1000 delle Chiese evangeliche Metodiste e Valdesi e dalle Chiese evangeliche luterane. “Nel 2018 abbiamo trattato circa 50 casi di donne provenienti da 24 nazioni oltre l’Italia”.
Il progetto, gli spazi e gli sportelli Rose Rosa, attraverso una rete di professionisti, medici, infermieri e psicologi, ma anche tanti volontari, sostengono le donne lontane dalle strutture ospedaliere o vittime di violenza e in condizioni di disagio, promuovendo anche la cultura della salute, mediante incontri sulla prevenzione e l’educazione in ambito sessuale, anche nelle scuole. Promosso dalla Rete delle Donne della Chiesa Evangelica Luterana in Italia – CELI – in collaborazione con l’Ospedale Evangelico Betania di Napoli, il progetto Rose Rosa è sostenuto dalle Comunità Evangeliche Luterane di Napoli, Torre Annunziata e della Sicilia, l’Esercito della Salvezza di Napoli e il patrocinio dei Comuni di Torre del Greco e Torre Annunziata.
Rose Rosa offre servizi di salute come Counseling, attività di formazione, esami diagnostici e visite specialistiche. Il servizio di Counseling prevede cicli di incontro/dibattito e consulenza con medici, psicologi, assistenti sociali per approfondire temi e discussioni creando giusti supporti di informazione educativa e diretta; seminari e workshop con medici, psicologi e sociologi che avranno ad oggetto la prevenzione dei tumori al seno e al collo dell’utero, quindi la prevenzione di malattie con trasmissioni sessuali e l’importanza delle visite ginecologiche e senologiche. Saranno approfondite tematiche di disagi familiari, gravidanze, aborti e malattie anche per superare difficoltà di silenzi e omertà.
“Tutte le iniziative mirano a promuovere e diffondere la cultura della prevenzione attraverso l’educazione sanitaria e sessuale, la comunicazione e l’integrazione attraverso informazioni utili, scientificamente supportate e corrette, ma al tempo stesso, semplici e chiare”, conclude Vitiello.
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