Un ospedale senza epatite C è possibile. Ci crede l’Azienda Ospedaliera di Caserta che con “HCV-free Caserta Hospital” punta in un anno alla completa eradicazione del virus responsabile dell’infezione dalla propria struttura nosocomiale.
Il progetto vedrà la sinergia di infettivologi, direzione ospedaliera, reparti e Unità Operativa Salute e Sicurezza dell’ospedale e verrà realizzato grazie al premio ottenuto al Fellowship Program, Bando di concorso promosso in Italia dall’azienda biofarmaceutica Gilead Sciences per selezionare e premiare i migliori progetti in ambito infettivologico e oncoematologico proposti da Enti di ricerca e cura del Paese.
Il progetto nasce da una problematica che interessa tutte le strutture ospedaliere, quella del mancato trattamento dell’infezione una volta diagnosticata. Nonostante infatti l’attuale disponibilità di terapie ad elevata efficacia, pressochè prive di effetti collaterali e a carico del Sistema Sanitario Nazionale, vi sono categorie di persone che, pur positive alla presenza del virus, non ricevono ancora l’adeguato trattamento.
Ciò, in particolare, in Campania, la regione a maggiore prevalenza in Italia. E’ il caso degli operatori sanitari di cui risulta che solo 13 siano trattati con le attuali terapie (e solo 263 in Italia). Ma è anche il caso non infrequente di quei pazienti che accedono alle strutture sanitarie per varie problematiche cliniche e che vengono valutati positivi al virus senza poi però ricevere la terapia.
Il progetto dell’AORN Sant’Anna e San Sebastiano di Caserta prevede percorsi dedicati sia agli operatori che ai pazienti. Per quanto riguarda i primi, ad oggi tutti i dipendenti vengono sottoposti a screening di routine per epatite B, epatite C e, volontario, per l’HIV. Non è però noto se i soggetti positivi all’epatite C presentino infezione cronica e se hanno ricevuto indicazione al trattamento. Con l’avvio del progetto, attraverso la collaborazione tra la U.O.C. Salute e sicurezza del Personale Medico Competente e la U.O.C Malattie infettive e Tropicali, tutti gli operatori verranno sottoposti a screening e diagnosi. Quelli positivi verranno poi avviati al trattamento antivirale.
Per i pazienti, invece, sarà previsto un percorso di screening e valutazione diagnostica al momento dell’accesso alle strutture ospedaliere. Nel caso di rilevazione dell’infezione, il percorso continuerà con un’attività di counselling personalizzato e avvio al trattamento per l’eradicazione del virus. In questo secondo caso sarà la U.O.C di Patologia Clinica a collaborare con la U.O.C. di Malattie Infettive e Tropicali.
“Siamo particolarmente orgogliosi di ricevere questo premio – spiega Vincenzo Messina responsabile del progetto e con IPAS aziendale di “Ottimizzazione e monitoraggio della terapia delle epatopatie virali” e Responsabile del Centro Prescrittore Regionale dei Farmaci Innovativi per la cura della epatite da HCV presso la UOC Malattie Infettive e Tropicali –
Con il nostro progetto vogliamo concretamente contribuire all’eliminazione dell’infezione nella nostra regione generando significativi benefici non solo per i singoli individui ma per la salute pubblica generale. L’eliminazione del virus consente infatti di ridurre la diffusione dell’infezione nella popolazione e evitare le complicanze che l’evoluzione della malattia normalmente comporta con ricadute positive sui costi connessi alla loro gestione”.
Il progetto è stato selezionato dalla Commissione Giudicatrice del Fellowship Program per la sua unicità e per la sua replicabilità anche in altre realtà, campane e italiane. Particolarmente importanti sotto l’aspetto scientifico e sanitario sono le ricadute epidemiologiche ed economiche dell’iniziativa soprattutto in una Regione ad alta prevalenza come la Campania. La scelta del progetto è avvenuta tra i 110 presentati. Insieme a questo progetto ne sono stati premiati altri 34.