Gaetano Carrano, 26 anni, affiliato al clan De Micco, già detenuto in carcere, è stato identificato dai militari della Compagnia di Poggioreale, attraverso le dichiarazioni rese dai collaboratori di giustizia, che hanno trovato riscontro nelle indagini coordinate dalla DDA di Napoli, come il killer che a luglio del 2014 mise a segno un agguato ai danni di Anna De Luca Bossa, lady camorra del Lotto O di Ponticelli.
Carrano, latitante quando entrò in azione per infliggere alla sorella di Tonino ‘o sicco sei colpi di pistola tutti non letali, fu arrestato dai carabinieri pochi mesi dopo il raid. Il giovane era ricercato per una tentata rapina aggravata ai danni di coppia, commessa insieme a un altro giovane e una rapina, con sequestro di persona e tentato omicidio, commessa con altri quattro complici in un punto scommesse di Casoria.
Il 26enne, accusato di essere il sicario designato dai De Micco per “dare una lezione” ad Anna De Luca Bossa per ragioni strettamente correlate alle attività di spaccio, è ritenuto appartenente ad una vera e propria gang di rapinatori i cui membri sono stati accusati a vario titolo dei reati di associazione a delinquere, rapina aggravata, sequestro di persona, lesioni personali, furto aggravato, estorsione, porto e detenzione illegale di armi, spaccio di sostanze stupefacenti e favoreggiamento personale.
Un modus operandi violento e spietato, quello che fungeva da biglietto da visita della banda legata al clan De Micco, alla quale apparteneva anche Gaetano Carrano. In particolare, dalle indagini della Procura della Repubblica sono emersi dettagli inquietanti: dal continuo ricorso alla violenza, esercitata anche nei confronti di vittime inermi alle costanti minacce affiancate dall’uso di armi da fuoco. Secondo la ricostruzione della Procura, le vittime venivano puntualmente immobilizzate e percosse durante i raid.
Ad indicare Gaetano Carrano come l’esecutore materiale dell’agguato che sorprese la lady camorra del Lotto O di Ponticelli in via Aldo Merola, mentre si trovava nei pressi dello chalet della villa comunale del quartiere in compagnia di alcune amiche, durante un’afosa sera di luglio del 2014, le testimonianze rese dai collaboratori i giustizia del clan De Micco.
Un agguato, quello ordinato dalla cosca che dal 2012 al 2017 ha dominato Ponticelli, non per uccidere la lady camorra del Lotto O, ma solo per intimargli di assumere un atteggiamento più collaborativo.
Secondo quanto confessato agli inquirenti da Anna De Luca Bossa, quel venerdì sera, prima che quel killer solitario -che oggi gli inquirenti hanno identificato in Gaetano Carrano – la lady camorra non aveva regolarmente pagato ai De Micco il pizzo sulla piazza di spaccio che gestiva.
Inoltre, la sorella di Tonino ‘o sicco e figlia di Teresa de Luca Bossa, aveva anche un’altra ragione e ben più valida per bramare vendetta contro il clan dei tatuati: il 29 gennaio del 2013 i sicari del clan De Micco uccisero Gennaro Castaldi e Antonio Minichini. Solo Castaldi era finito nel mirino dei killer, mentre il giovane Minichini, figlio della lady camorra del Lotto O e del boss Ciro Minichini, venne ucciso solo perchè si trovava in compagnia dell’amico, in sella al suo scooter, quando aprirono il fuoco.
Il figlio di Anna De Luca Bossa, estraneo agli affari di famiglia, morì appena 19enne sotto una pioggia di proiettili ordinata dal clan dei tatuati, per questa ragione odiatissimi dal cartello Minichini-De Luca Bossa, da quel momento perennemente a caccia di vendetta.
L’agguato compiuto ai danni di Anna De Luca Bossa, in tale ottica, potrebbe essere stato commissionato a Carrano per un duplice motivo: ridimensionare il desiderio di vendetta della donna ed imporgli maggiore puntualità e servilismo nel corrispondere la cifra concordata sulla piazza di droga che gestiva.