“Il nostro primo giorno di presidio sotto Palazzo San Giacomo si conclude con una certezza: al momento noi per il Comune siamo invisibili“. Sono dure le parole dei dipendenti SELAV che protestano per tutelare il loro posto di lavoro dopo il caso che ha coinvolto l’azienda e le conseguenti decisioni “calate dall’alto” dall’amministrazione cittadina.
“Quarantotto famiglie al momento sono in balia degli eventi – affermano i manifestanti – e oggi a degnarci di attenzione è stata solo l’assessore Monica Buonanno. Ma non basta: dobbiamo registrare che il nostro referente, quello che in una seduta di commissione LL.PP. dello scorso aprile garantiva la nostra continuità lavorativa, ossia il vicesindaco Enrico Panini, è ormai assente da giorni sulla nostra vertenza. Ne abbiamo registrato solo la risposta, piccata, attraverso comunicato stampa, quando abbiamo sollevato il problema dell’accensione delle luci votive nei cimiteri il prossimo 2 novembre (che tra l’altro ancora dobbiamo capire chi accenderà). Chiediamo a questo punto che sia il Sindaco a riceverci e ascoltare le nostre istanze, davanti a cotale immobilismo”.
“La situazione dell’azienda SELAV – ricordano i manifestanti – è ormai nota. Ma, a prescindere dalla querelle e dal corso che farà la giustizia, va sottolineato che a pagare le conseguenze di scelte scellerate al momento siamo solo noi dipendenti che per decenni con responsabilità e professionalità abbiamo garantito, anche nei momenti peggiori, il servizio cimiteriale. Non riusciamo ancora a capacitarci che proprio Napoli sia la prima città in cui dipendenti rischiano il posto di lavoro non a causa di imprenditori ma di istituzioni. Riteniamo il Comune responsabile della nostra situazione, e dal Comune pretendiamo risposte. Che oggi non arrivano”.