Fino a mercoledì 25 settembre, nelle sale italiane Diego Maradona, un docu-film dedicato ad uno dei campioni del calcio più amati e chiacchierati di tutti i tempi. In Campania il film dedicato alla storia dell’amatissimo numero 10 azzurro, verrà proiettato per una settimana intera.
A dirigere la pellicola Asif Kapadia, già vincitore di un Premio Oscar con Amy, biopic dedicato alla vita di Amy Winehouse.
Per realizzare questo lavoro il regista inglese Kapadia ha utilizzato interviste esclusive a Diego Maradona e immagini provenienti dall’archivio personale del campione argentino di oltre 500 ore di filmati inediti.
Diego Maradona è la storia di un ragazzino povero e senza istruzione cresciuto in una baraccopoli: la sua sorprendente eccellenza lo fa poi diventare una stella assoluta del calcio, elargendogli ricchezze incalcolabili, fama mondiale e status degno di una divinità. Tuttavia, gli mancano gli strumenti per gestire una celebrità simile.
Agli inizi degli anni Ottanta, non avendo mai vinto lo scudetto, la Società Sportiva Calcio Napoli viveva un periodo particolarmente difficile, vantando però una tifoseria senza eguali per passione e dimensioni. Poi, il 5 luglio 1984, Maradona arrivò al Napoli con un ingaggio record e per sette anni scatenò l’inferno. Il genio assoluto del calcio mondiale e la città più imprevedibile d’Europa si dimostrarono un connubio perfetto: Diego Maradona era stato benedetto sul campo e trattato come un Dio fuori di esso. Il carismatico argentino trascinò infatti il Napoli al suo primo scudetto. Era il 1987 e quello fu un evento epocale.
Ma c’era un prezzo da pagare perché, finché fece miracoli in campo, a Diego fu concessa ogni cosa, ma quando la magia svanì, divenne prigioniero della sua stessa città. Forse perché, come spiega il preparatore atletico di Diego, Fernando Signorini, Diego non ha nulla a che fare con Maradona ma Maradona trascina Diego ovunque lui vada.
Ogni trionfo della sua vita sembra avere un esito disastroso – anche se di solito finisce per uscirne vincitore perché, come fa notare Kapadia: “È così sveglio e scaltro. Non importa quante volte fallisce, si rialza sempre e va avanti. Com’è possibile che una persona con le sue origini passi tutto quello che ha passato lui senza risentirne?”.