Chiuso il cerchio intorno alle indagini immediatamente avviate per stanare i responsabili della morte del 35enne carabiniere napoletano, Mario Cerciello Rega, ucciso nella notte tra giovedì 25 e venerdì 26 luglio, mentre era in servizio a Roma.
Nella stanza d’albergo dove sono stati rintracciati i due ragazzi americani di 19 anni fermati per la morte del vicebrigadiere, c’era anche un coltello di notevoli dimensioni sporco di sangue, nascosto dietro a un pannello del soffitto, e i vestiti indossati durante l’aggressione.
Uno dei due americani ha ammesso le proprie responsabilità affermando di essere l’esecutore materiale dell’accoltellamento. Si tratta della persona con i capelli mesciati apparso in una foto e ripreso da alcune telecamere.
I due 19enni erano in cerca di droga a Trastevere, ma la sostanza acquistata era semplice aspirina: perciò hanno rubato la borsa del pusher nel tentativo di recuperare i soldi. Questa la dinamica della vicenda che ha portato all’omicidio del vicebrigadiere Mario Cerciello Rega. In base a quanto ricostruito dagli inquirenti, i due ragazzi americani si erano recati a Trastevere per acquistare sostanze stupefacenti: dopo essersi resi conto di essere stati ingannati, hanno strappato la borsa allo spacciatore nella quale era contenuto il suo telefono cellulare. L’uomo ha quindi contattato i due chiamando il suo numero di telefono per convincerli a restituire la borsa. Si sono quindi dati appuntamento sotto l’albergo dei giovani turisti americani, a pochi metri da piazza Cavour. Droga buona in cambio della borsa. Il pusher quindi chiama il 112, ma non gli parla della droga, si presenta come un uomo derubato, racconta che i rapinatori pretendono 100 euro in cambio dei suoi effetti personali.
Sul posto, all’orario stabilito, si presentano i due carabinieri, in borghese. Incontrano i due ragazzi che ingaggiano una violenta colluttazione durante la quale il vicebrigadiere è stato colpito con otto coltellate che ne hanno provocato la morte.
Nonostante i militari si fossero qualificati come appartenenti all’Arma ed abbiano chiesto i documenti ai ragazzi, i due non hanno esitato a ingaggiare una colluttazione culminata con le coltellate che hanno ucciso Rega.
Oltre a due americani, anche quattro nordafricani sono stati condotti in caserma e identificati.
Dopo l’omicidio, gli assassini erano riusciti a fuggire. Andrea Varriale, il collega che affiancava Rega nell’operazione, anche lui aggredito, li ha lasciati andare quando si è accorto di quello che era accaduto a Mario. Ha dato l’allarme via radio, per soccorrere il collega ferito.
Varriale, immediatamente sentito dai colleghi del nucleo investigativo, ha fornito una descrizione dettagliata dei due giovani americani: uno con le meches, ripreso anche dalle immagini di alcune videocamere e che ha confessato di essere l’esecutore materiale del delitto, e l’altro con un vistoso tatuaggio sul braccio. E i due americani hanno esattamente queste caratteristiche.
Gli investigatori li hanno trovati nella loro stanza, al primo piano dell’hotel Le Meridien. Varriale li ha riconosciuti subito, senza esitazioni. Quando i pm sono arrivati in caserma, i carabinieri del nucleo investigativo erano ormai certi che si trattasse di loro. Dopo meno di un’ora di interrogatorio, è giunta la confessione.
I funerali di Cerciello saranno celebrati lunedì 29 luglio alle 12 a Somma Vesuviana nella chiesa di Santa Croce in via Santa Maria del Pozzo 114, la stessa dove un mese e mezzo fa si era sposato.