“Coesistono, spesso nella stessa zona, gruppi diversi per struttura e scelte operative: accanto a sodalizi minori, prevalentemente dediti al controllo di attività illecite sul territorio di rispettiva influenza, operano storiche e strutturate organizzazioni“: questo il quadro tracciato dalla DIA nella relazione semestrale, relativa al periodo luglio-dicembre 2018, nel capitolo dedicato alla criminalità campana.
“Lo stato di disagio sociale e di illegalità diffusa che caratterizza ampie zone del territorio campano, la convivenza tra organizzazioni camorristiche vere e proprie, gruppi di gangsterismo urbano e bande di giovani delinquenti – si legge nella relazione – fa sì che le prime possano, in ogni momento, contare su eserciti di centinaia di persone, costituiti anche da minori impiegati come vedette, trasportatori di armi, corrieri a domicilio per la consegna di sostanze stupefacenti, fino addirittura alla commissione di omicidi“.
Dal quadro complessivo che emerge dalla relazione, spicca un dato su tutti: il clan Mazzarella è riuscito ad imporre la sua egemonia su gran parte della città di Napoli.
Nella periferia orientale di Napoli, costituita dai quartieri Ponticelli, Barra e San Giovanni a Teduccio, secondo quanto riportato nel rapporto della DIA, fin dai primi mesi del 2018, la camorra ha fatto registrare un aumento di raid intimidatori, stese, agguati e fenomeni criminali analoghi. Tensioni e fibrillazioni consequenziali agli arresti che hanno stravolto gli equilibri camorristici aprendo la strada a faide tra clan per la contesa del territorio.
A San Giovanni a Teduccio a tenere banco è la decennale guerra tra clan storici: i Mazzarella su un fronte e i Reale-Rinaldi sull’altro. Una guerra che si combatte in maniera discontinua dagli anni ’90, le cui ritorsioni hanno saputo proiettarsi fino al quartiere Ponticelli, in seguito al declino del clan De Micco, maturato alla fine del 2017 per effetto di un’importante operazione di Polizia che ha portato all’arresto delle figure più autorevoli del clan. I Minichini-De Luca Bossa, operanti nel Lotto O di Ponticelli, sono tornati in auge, unitamente agli Schisa, ovvero le cosiddette “Pazzignane” del Rione De Gasperi, costola dell’ex clan Sarno, dopo diversi anni di buio e sottomissione proprio al clan dei “Bodo”. Questi ultimi clan si sono alleati con gli Aprea di Barra e ai Rinaldi di San Giovanni a Teduccio con l’intento di imporsi nell’area est di Napoli scalzando i Mazzarella. Un sodalizio criminale frutto di una serie di alleanze strategiche che vede nel desiderio di ritornare a conquistare la gloria e il potere di un tempo, il punto di forza e il trade unions tra i clan che lo compongono.
Tuttavia, nonostante i continui attacchi, i Mazzarella sono riusciti a mantenere il saldo controllo del territorio, grazie all’appoggio di fedeli gruppi criminali, come i D’Amico di San Giovanni a Teduccio, oltre all’ingente arsenale di armi di cui dispongono.
A Ponticelli, dopo gli arresti che hanno sensibilmente rimaneggiato il clan De Micco, a capo della cosca che ha saputo colmare il vuoto di potere generatosi dopo la resa del clan Sarno, sono subentrati i fedelissimi affiliati della famiglia De Martino, affiancati da gruppi emergenti, il cui quartier generale è compreso tra il Rione Fiat e il Rione Incis. Anche questo focolaio camorristico è stato stroncato da un’operazione della polizia di Stato che ha tradotto in carcere le figure più autorevoli del cartello criminale insediatosi per tentare di continuare ad imporre l’egemonia del clan De Micco. A fronteggiare la faida per conto della “la camorra emergente” – l’organizzazione insorta grazie ad una serie di alleanze tra diversi clan di Napoli est – contro i fedelissimi dei De Micco, sarebbero i Cerrato del Lotto 10 in via Botteghelle. Nel corso del primo semestre del 2018, infatti, nel quartiere si sono registrati diversi raid: un’incursione del gruppo dei De Martino proprio nella zona dei Cerrato, via Botteghelle, e diversi botta e risposta a suon di “stese”.
Come ricorda il rapporto della DIA, l’operazione “Scugnizza 2” ha sgominato un consistente e prolifero traffico internazionale di sostanze stupefacenti a capo del quale, oltre al clan De Micco, vi era un’organizzazione del Rione Pazzigno di San Giovanni a Teduccio.
Approfittando del momento di difficoltà del clan De Micco, i De Luca Bossa-Minichini-Schisa-Rinaldi sono riusciti a centrare l’obiettivo ritornando ad appropriarsi di Ponticelli, dopo diversi anni bui, trascorsi principalmente proprio alla mercè dei De Micco. In sordina e tenendosi ben lontano da faide ed azioni eclatanti, il clan Casella di via Franciosa portava avanti indisturbato i suoi affari illeciti, in accordo con i De Micco, in prima battuta, per poi stringere affari con i Mazzarella, una volta terminata l’intesa con la “cosca dei tatuati”. Le indagini scaturite dall’omicidio di Gianluca Cardicelli hanno consentito ai carabinieri dell’arma di far luce sulle attività del clan insorto in seguito al declino del clan Sarno.
Il quartiere Barra, invece, è sotto il controllo del sodalizio Cuccaro-Aprea che converge anche nell’alleanza tra i clan di Napoli est nata per scalzare l’egemonia dei Mazzarella. Un sodalizio tra ex affiliati ha cercato di scalzare i Cuccaro-Aprea da Barra, senza però riuscire ad impensierire concretamente l’organizzazione camorristica che tuttora detiene il controllo delle attività estorsive ai danni dei commercianti di Ponticelli.